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Sicilia, crolla anche la statua del Protettore dai terremoti

Sicilia, crolla anche la statua del Protettore dai terremoti

A Pennisi, frazione di Acireale, a Catania, il sisma ha fatto crollare anche la statua di Sant'Emidio, santo protettore dai terremoti.

Crolla anche la statua di Sant’Emidio. A Pennisi, una frazione di Acireale, nella città metropolitana di Catania, le forti scosse di terremoto hanno avuto la meglio anche sul monumento dedicato al Santo Protettore dai terremoti, Sant’Emidio. La statua è diventata paradossalmente il simbolo di questa tragedia, diventando un’immagine virale nei social e tra i principali media nazionali e locali.

La statua crollata

“Sant’Emidio, questa volta hai lavorato malissimo“. I commenti sui social si sprecano: si passa dallo humor nero alle interpretazioni simbolico-religiose del significato del crollo della statua. Purtroppo, la realtà dei fatti non cambia: nemmeno la statua del santo protettore dai terremoti ha retto alla violenza delle scosse di magnitudo 4.8. L’immagine della statua in pezzi è già diventata un fenomeno virale sui social, eletta dagli utenti a emblema delle drammatiche conseguenze delle scosse. Come riferisce Il Corriere della Sera, la statua di Sant’Emidio era stata posta nella frazione di Pennisi, proprio perché si trova sopra la faglia, protagonista del sisma.

La leggenda di Sant’Emidio

Purtroppo, il Santo Protettore ha ceduto di fronte alla furia del terremoto. Sant’Emidio non sarebbe il patrono di Pennisi, ma di Ascoli Piceno. La sua presenza nella frazione di Acireale è legata a filo doppio con la leggenda che lo elegge a Santo protettore dai terremoti. La leggenda racconta che quando il Santo giunse alla città di Ascoli, ebbe appena il tempo di toccarne le mura, che subito si scatenò un violento sisma che distrusse tutti i templi pagani presenti nella cittadina. I prodigi del Santo non terminano certo qui. A “consacrare” il suo ruolo di protettore dai terremoti sarebbe stata una vicenda accaduta nel 1703. In quell’anno, uno sciame sismico sconvolse il centro italia e le Marche, lasciando illesa la città di Ascoli Piceno. I cittadini affermarono subito che tale prodigio fosse opera del Santo, e per questo, nel 1717, edificarono per lui un santuario, al cui interno si trova la grotta dove Sant’Emidio morì.