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Avvelena il cibo del marito in ospedale, arrestata una 49enne

topi

I Carabinieri l'hanno ribattezzata "la mantide". In base all'accusa, una donna avrebbe tentato di uccidere il marito con del topicida.

Le condizioni di salute di Domenico Dogliani, 55 anni, ricoverato in un’ospedale dell’Asl Cuneo2 per i postumi di una polmonite, invece che migliorare peggioravano di giorno in giorno. I sintomi però hanno fatto insospettire i medici che l’avevano in cura. In un primo momento i sanitari hanno ipotizzato che il paziente potesse essere affetto da una rarissima sindrome che colpisce una decina di persone al mondo. Dopo accurate analisi del sangue, però, hanno scoperto un sospetto tentativo di avvelenamento.

Da moglie a mantide

Gli esami tossicologici avrebbero rivelato infatti dosi massicce di anticoagulanti orali mai prescritti, come riferisce ilsecoloxix.it. A quel punto, è scattato l’allarme. Spiegata la situazione ai Carabinieri, che hanno avvertito anche il nucleo antisofisticazioni (NAS), le forze dell’ordine hanno quindi deciso di installare nel reparto dove era degente l’uomo delle telecamere nascoste.

Si è così scoperto che l’amorevole moglie che quotidianamente andava a trovare e ad assistere il marito sembrava più che altro essere una “mantide”, come l’hanno ribattezzata i militari che hanno condotto le indagini.

Le forze dell’ordine hanno rilevato infatti che Laura Davico, 49enne di Bra (in provincia di Cuneo) avrebbe introdotto in ospedale delle sostanze tossiche al fine di somministrarle di nascosto al marito ricoverato, attraverso il cibo o le bevande.

Veleno per topi

I video avrebbero svelato come la donna sminuzzasse delle pastiglie nel piatto del marito oppure gli servisse dei liquidi addizionati, è questa la tesi dell’accusa, con dei cocktail alla lunga micidiali. In base alle analisi del sangue, i medici hanno scoperto infatti che al marito veniva somministrati degli anticoagulanti, il bromadiolone, potente topicida, e l’acenocumarolo.

Quando il quadro indiziario è stato per i carabinieri sufficientemente ricco, questi hanno eseguito l’arresto della 49enne, attualmente reclusa nella sezione femminile del carcere Lorusso e Cutugno di Torino con l’accusa di tentato omicidio aggravato e premeditato.

Ancora da stabilire l’esatto movente. Chi li conosceva descrive infatti la coppia come molto affiatata. Nel corso degli interrogatori la donna avrebbe sostenuto di aver solo “aiutato il coniuge nella convalescenza”. Gli investigatori dovranno anche appurare l’origine dei farmaci, e chi li ha prescritti.