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Bimbo ucciso, il patrigno "Ho perso la testa, gli volevo bene"

Bimbo ucciso a Cardito, il patrigno

Tony Sessoubti Badre ha ammesso di aver picchiato il bimbo di 7 anni, figlio della compagna, e la sorellina in preda a un attacco d'ira.

La comunità di Cardito è profondamente scossa per la morte del piccolo Giuseppe, ucciso a soli 7 anni con una violenza inaudita. Il principale sospettato per l’omicidio resta, al momento, Tony Sessoubti Badre, il 24enne compagno della piccola vittima. Badre, difeso dal legale Michele Coronella, dovrà comparire davanti al gip del tribunale di Napoli Nord per la convalida del fermo. L’uomo ha raccontato agli inquirenti di aver perso la testa con il bimbo, ma che gli voleva bene. La sua rabbia è esplosa quando il bambino e la sorella hanno rotto la sponda del letto. “Avevamo fatto sacrifici per comprarlo”, ha spiegato il 24enne. Per questo, ha ammesso, ha colpito i due fratelli con calci e pugni, ma ha negato di aver utilizzato il bastone di una scopa durante l’aggressione.

Bambini picchiati con una scopa

Diversa la ricostruzione emersa dalle prime indagini. Per il procuratore Francesco Greco e il sostituto Paola Izzo, Badre avrebbe volontariamente rotto il manico di una scopa e lo avrebbe utilizzato come corpo contundente per colpire i bambini. La dinamica sarebbe stata confermata anche dalla testimonianza della sorella del bimbo, sopravvissuta alla violenza e ricoverata al Santobono di Napoli. Le condizioni della piccola sono in netto miglioramento, ha assicurato Nicola Mansi, primario di Otorinolaringoiatria.

Indagata anche la madre

Resta da verificare che il movente dell’aggressione sia quello riportato dall’imputato, ovvero il danneggiamento del lettino de due bambini. Se così fosse, si tratterebbe di un episodio che risale alla sera di sabato 26 gennaio, diverse ore prima del pestaggio, avvenuto la domenica. Badre avrebbe dunque avuto ventiquattr’ore per pianificare la violenza e l’omicidio.

Appare sospetto anche il ruolo che la madre dei bimbi ha avuto nella vicenda. Secondo la Procura, è improbabile che la donna sia del tutto estranea al pestaggio. Potrebbe essere iscritta nel registro degli indagati per non aver fatto nulla per impedire l’aggressione.