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Bimba picchiata a Genzano, il patrigno resta in carcere

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Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo per Federico Zeoli, il patrigno della bimba picchiata a Genzano.

Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo per Federico Zeoli, il 25enne accusato di aver picchiato brutalmente la figlia della compagna a Genzano, nell’area dei Castelli Romani. Le accuse di cui il patrigno della bimba deve rispondere sono tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia. Secondo quanto si legge su Fanpage, al termine delle indagini preliminari della Procura di Velletri, il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere. La polizia è inoltre venuta a conoscenza di precedenti accuse a carico di Zeoli, per stalking e furto.

Bimba picchiata a Genzano

Cresce la speranza per la bimba di 22 mesi, ancora ricoverata in prognosi riservata nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma. La mattina del 16 febbraio, i medici del nosocomio della capitale hanno reso noto che la piccola è stata estubata, è cosciente e in grado di respirare da sola.

Il patrigno ha ammesso di aver picchiato la figlia della compagna, Sara, in preda a un attacco di rabbia. Zeoli era rimasto solo con la bambina, la sua gemella e la sorella maggiore, di 5 anni, mentre la madre si trovava fuori casa, la sera del 13 febbraio. Il raptus è stato provocato dal pianto della bambina: “Piangeva troppo, ho perso la testa e l’ho picchiata“, ha confessato. L’uomo avrebbe allora chiamato la compagna, fingendo che la piccola avesse avuto un malore.

Segni di abusi precedenti

Secondo quanto emerso dalle più recenti indagini, non si sarebbe trattato del primo episodio di violenza a danno delle figlie di Sara. I medici del Bambin Gesù hanno riscontrato i segni di percosse meno recenti, oltre a quelli provocati la sera del 13 febbraio. La stessa madre della bimba ha ammesso che Zeoli è un uomo iracondo, pur avendo negato che ci siano stati episodi di violenza nei confronti suoi o delle figlie. Al momento non è stato preso alcun provvedimento ai danni della donna, sebbene gli inquirenti stiano ancora indagando per chiarire la sua posizione. Il tribunale, nel frattempo, le ha tolto la custodia delle figlie, affidandole momentaneamente a una struttura esterna.