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Genzano, la bimba picchiata dal patrigno resta in prognosi riservata

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I medici del Bambin Gesù di Roma hanno dichiarato che la prognosi della bimba picchiata dal patrigno a Genzano resta riservata.

Resta riservata la prognosi della bimba di 2 anni, picchiata dal patrigno a Genzano, nell’area dei Castelli Romani. I medici dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, secondo quanto si legge su Fanpage, hanno dichiarato che le condizioni della piccola sono stabili. Il bollettino medico, diffuso dall’ufficio stampa del nosocomio, informa che “in queste ore si stanno effettuando esami clinici e strumentali per valutare la condizione neurologica“. Tre giorni prima, un altro bollettino medico aveva acceso una flebile speranza di miglioramento: “La paziente di 22 mesi giunta nella notte di mercoledì al Pronto Soccorso dell’Ospedale Bambin Gesù è ancora ricoverata nel reparto di rianimazione. I parametri cardio-respiratori sono stabili. La bambina è stata estubata, è cosciente e ha ripreso l’attività respiratoria spontanea. La prognosi rimane riservata”.

Bimba picchiata dal patrigno

All’arrivo della bimba in ospedale, ai medici sono immediatamente apparsi evidenti i segni di maltrattamenti. Il corpo e il viso della piccola erano ricoperti di ematomi, segni di graffi e morsi. Non è dunque apparsa credibile la versione dei fatti fornita da Federico Zeoli, compagno di Sara, la madre della bambina. Il patrigno ha inizialmente dichiarato che la piccola aveva perso i sensi dopo aver bevuto dell’acqua e vomitato. Ma, interrogato dalla polizia, ha ammesso di averla picchiata perché non riusciva più a sopportare il suo pianto insistente. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio e maltrattamenti domestici.

La madre della bambina si è detta estranea all’accaduto e ha raccontato ai giornalisti che “era tutto perfetto con lui. Non mi ha dato modo di capire che persona era. Adesso ho capito che è un assassino, una persona che non è degna di vivere. Forse è un malato mentale, perché una persona normale se sente una bambina piangere non la ammazza di botte”.