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Cucchi, pm: "Carabinieri avevano una relazione segreta pre-autopsia"

Stefano Cucchi

Rivelata l'esistenza di una "relazione preliminare" sui risultati dell’autopsia di Cucchi, segreta per tutti ma non per il comando dell'Arma di Roma.

Nuovo colpo di scena nel processo bis in corte d’Assise sulla morte di Stefano Cucchi, quello aperto sul filone dei depistaggi. Spunta infatti una “relazione segreta” in cui i Carabinieri di Roma di fatto sembravano anticipare i motivi della morte del geometra romano.

La “relazione segreta”

“Se il medico nel 2009 non poteva sapere il motivo della morte di Stefano Cucchi, allora come è possibile che i carabinieri già lo sapessero?” domanda il pm Giovanni Musarò, nel corso dell’udienza dell’8 marzo 2019 al processo bis in corte d’Assise. Durante il dibattimento è spuntata infatti una “relazione preliminare sui primi risultati dell’autopsia di Cucchi tenuta segreta ma di cui il Comando Provinciale e il Gruppo Roma sapevano”, datata “30 ottobre 2009”. Esami effettuati il giorno stesso della morte del geometra romano, il 22 ottobre.

In questi accertamenti preliminari (che vennero negati all’avvocato della famiglia Cucchi) viene evidenziato che “la lesività delle ferite allo stato non consentiva di accertare con esattezza le cause della morte”. Eppure, sottolinea il procuratore, nelle relazioni dell’Arma veniva esclusa la possibilità di un nesso con le “fratture non precedenti alla morte” rilevate. Musarò precisa che “nei verbali dei Carabinieri” di Roma erano infatti “anticipate le conclusioni di consulenti che il pm non aveva ancora nominato con riferimenti e risultati parziali dell’autopsia”.

Il generale Tomasone

Le osservazioni del pm Giovanni Musarò fanno seguito a quelle esternate nel corso dell’udienza del 27 febbraio 2019, quando smentì il generale Vittorio Tomasone, chiamato come testimone, il quale disse di non essersi mai interessato dell’aspetto medico-legale della vicenda. Il magistrato però ha mostrato in aula la sua firma nell’atto che anticipava le conclusioni dell’autopsia.

E’ per questo motivo che poi su Facebook Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, scriveva: “(Tomasone, ndr) redigeva una nota ufficiale al comando dove anticipava letteralmente le conclusioni delle operazioni peritali di ‘specialisti’ che sarebbero poi stati nominati dalla Procura per completare l’autopsia. – sottolineando – Sapeva già tutto“.