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Ousseynou Sy, parla la compagna dell'attentatore: "Un uomo buono"

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Anche la compagna non riesce a darsi una spiegazione per quanto compiuto da Ousseynou Sy. Ai Carabinieri lo descrive come un "uomo buono".

Parla la compagna di Ousseynou Sy, l’attentatore che mercoledì 20 Marzo 2019 ha sequestrato 51 studenti in un autobus a San Donato Milanese. La donna 34enne, di origine ucraina, fatica anch’essa a capire l’azione compiuta dal compagno con il quale è legata da più di cinque anni.

Interrogata dai Carabinieri, la donna ha ribadito la sua estraneità ai fatti, sottolineando come anche lei abbia scoperto i pensieri e le intenzioni di Sy solamente dopo aver visto le azioni del 20 Marzo 2019. Neanche con lei, infatti, l’autista 47enne aveva espresso le sue opinioni sulle questioni dei migranti, idee che sembrano essere alla base del gesto compiuto dall’uomo.

Sy, uomo glaciale e calcolatore

La donna è stata rilasciata dai militari che ritengono quindi più che credibile la sua testimonianza. E il profilo di Ousseynou Sy con il passare dei giorni si delinea sempre di più. L’uomo era ossessionato da mesi dall’idea di compiere un gesto folle per richiamare l’attezione sull’immigrazione ma è riuscito a tenere tutto nascosto, segreto. Mai una parola con nessuno, neanche con chi gli è più vicino. Mai un segno di debolezza o cedimento o disagio. Tutti tratti tipici di un uomo calcolatore, glaciale.

“Sentivo le voci dei bambini morti in mare che mi chiedevano di fare un gesto eclatante”. Questo è quanto Sy ha detto il 22 Marzo 2019 al giudice per le indagini preliminari. L’autista, al momento chiuso nel carcere di San Vittore, a Milano, è accusato di sequestro di persona e strage con l’aggravante del terrorismo. Secondo il legale che assiste Sy, l’uomo avrebbe ribadito che non voleva far male ai bambini, ma solo fare “un’azione dimostrativa” in modo da ottenere “un massimo impatto internazionale”.