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New York, epidemia morbillo: luoghi pubblici vietati ai non vaccinati

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La misura è stata annunciata dall'amministratore della contea, Ed Day, e riguarda qualsiasi luogo dove si raccolgano più di dieci persone.

È stato proclamato lo stato di emergenza nella contea di Rockland, a circa 40 chilometri a nord di New York, per un’epidemia di morbillo. Tutti i minori non vaccinati sono stati banditi dai luoghi pubblici, pena una multa salata o una pena detentiva fino a sei mesi di carcere. Il divieto è scattato da qualche ora e sarà in corso di validità per 30 giorni: si tratta del provvedimento più radicale mai adottato negli Stati Uniti da quando il morbillo è tornato a manifestarsi in diversi stati del paese. Un ritorno in larga misura attribuito al diffondersi del movimento no vax.

L’attacco ai no vax

Dall’ufficio dell’amministratore della Contea, Ed Day, arriva la denuncia di una “crescente resistenza” di alcuni abitanti a fronte della recente campagna di vaccinazioni intrapresa sul territorio. Sempre nella nota diramata dal governatore si parla di un contagio iniziato al rientro, da paesi quali Israele e Ucraina, di alcuni viaggiatori malati. Da allora i casi di contagio avrebbero continuato a crescere. Aumento che si ritiene correlato ad attivisti anti-vaxxer. Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) avrebbero parlato, per quanto attiene allo Stato di New York, di contagi “avvenuti principalmente tra persone non vaccinate nelle comunità ebraiche ortodosse”. Sempre secondo i CDC, dal 1 ° gennaio al 21 marzo di quest’anno 314 casi di morbillo sarebbero stati confermati in 15 diversi stati. “Questa è una crisi di salute pubblica ed è ora di dare l’allarme e prendere le misure appropriate”, dice il governatore Day. L’ordinanza della contea di Rockland arriva fino ai 18 anni e coinvolge sinagoghe, chiese, scuole, ristoranti, negozi e autobus pubblici.

I numeri

Nella contea di Rockland vivono 300mila persone, dall’ottobre scorso ad oggi i casi di morbillo confermati sarebbero saliti a 153. Si tratterebbe dunque della più lunga epidemia registrata da quando la malattia fu ufficialmente debellata nel 200o. Ad aggravare la situazione l’alta percentuale – circa il 27% secondo Day – di minori tra gli 1 e i 18 anni che, nonostante l’intensa campagna di vaccinazioni seguita ai primi casi di contagio, non sarebbero ancora stati sottoposti a trattamento. “Questi numeri dicono molto sulle ragioni per cui l’epidemia continua” scrive Day. Negli Stati Uniti numerosi sono i vaccini teoricamente obbligatori per i minori di 18 anni, ma su 50 Stati, ben 47 ne consentirebbero l’esenzione per motivi medici o religiosi. Dall’inizo del 2019, altri focolai di morbillo (definiti in termini di tre o più casi) si sono verificati in Texas, Illinois, California e New York City. “Dobbiamo fare il possibile contro questa epidemia – ha spiegato Day – e per proteggere la salute di chi non può essere vaccinato per motivi medici o dei bambini troppo piccoli per sottoporsi al vaccino”.