> > Morti sospette in ospedale: infermiera di Piombino condannata all'ergastolo

Morti sospette in ospedale: infermiera di Piombino condannata all'ergastolo

fausta bonino infermiera

Il tribunale di Livorno ha condannato Fausta Bonino, l'infermiera di Piombino, all'ergastolo per le morti sospette in ospedale

“Non è giusto”. Ha pronunciato queste parole in lacrime Fausta Bonino, l’infermiera accusata di aver ucciso, tra il 2014 e il 2015, alcuni pazienti ricoverati nel nosocomio di Piombino, dopo essere stata condannata all’ergastolo dal tribunale di Livorno. Secondo l’accusa la donna avrebbe utilizzato dosi di eparina, farmaco anticoagulante utilizzato spesso negli ospedali, per provocare la morte di alcuni pazienti e per tale ragione è stata arrestata in seguito alle morti sospette avvenute tra i mesi di settembre 2014 e settembre 2015.

Infermiera killer, condannata all’ergastolo

Le accuse a suo carico erano molteplici: dall’omicidio plurimo aggravato e continuato, all’abuso d’ufficio, fino alla ricettazioni. La presenza di eparina nei corpi dei pazienti deceduti è stata riscontrata nel corso delle autopsie, accertando inoltre che tale farmaco non doveva essere loro somministrato. La difesa della Bonino è riuscita a ottenere l’accesso al rito abbreviato: la sentenza è arrivata il 19 aprile. La donna è stata ritenuta colpevole di quattro decessi (l’accusa ne chiedeva dieci) mentre per altri sei il fatto non sussiste, come sottolineato dai giudici. Accanto all’ex infermiera erano presenti il marito e uno dei due figli: “Non è giusto, non ho fatto nulla”, ha detto disperata poco dopo la lettura della sentenza, arrivata in seguito a cinque ore di camera di consiglio, scoppiando in lacrime. La donna è stata invece assolta per abuso d’ufficio, per il momento non andrà in prigione. Da sempre la Bonino aveva proclamato la sua innocenza e la difesa aveva ripetutamente chiesto l’assoluzione, per nove pazienti deceduti per non aver commesso il fatto e per il decimo perchè il caso non sussiste, sostenendo l’impossibilità tecnica del coinvolgimento della 57enne. L’avvocato difensore Cesarina Barghini ha dichiarato, dopo la lettura della sentenza: “Ci ha sorpreso il frazionamento dei casi e certamente faremo appello”.