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Legnano, vittima aggredita con l'acido: "Vita da incubo per colpa sua"

Legnano

"Mia madre e mio fratello la vedevano sempre intorno al condominio", ha raccontato Giuseppe Morgante agli inquirenti

Giuseppe Morgante, il trentenne ustionato con acido al volto e a un occhio a Legnano, aveva paura. Si era rivolto alle forze dell’ordine dopo quattro mesi di angherie e molestie. L’ex fidanzata lo assillava costantemente con sms e messaggi sui social. A ogni ora del giorno e della notte. “Sei un uomo di m***a Ti ammazzo”, è una delle frasi che ripeteva la donna. La vittima si è sfogato con gli inquirenti.

“Mi sta rendendo la vita impossibile, non posso andare da nessuna parte. Mi segue”, aveva rivelato Giuseppe. “Ho paura, non so più cosa fare”, confidava. Quindi aveva aggiunto: “Non posso andare neanche in palestra o al lavoro, mi segue sempre“. E ancora: “Sarò costretto a denunciarla, anche se non vorrei. Mi sta rendendo la vita del tutto impossibile”. “Sto vivendo un incubo, ho il terrore di uscire di casa. Qualcuno mi aiuti, ho bisogno di supporto”, ribadiva. E’ questa la richiesta d’aiuto riportata da Il Giorno, che emerge dal racconto del 19 aprile ai carabinieri, quando Morgante si era presentato in questura per denunciare Sara Del Mastro.

Il racconto della vittima

Sulla loro storia, Giuseppe Morgante ha raccontato: “C’eravamo conosciuti in una chat su Internet e dopo un breve scambio di messaggi abbiamo deciso d’incontrarci. Le avevo tranquillamente detto che vedevo e sentivo altre persone, le raccontavo queste cose perché ormai la sentivo come un’amica”. Sara all’inizio sembra accettare la situazione. Tuttavia, dentro di lei matura rabbia e sete di vendetta. Si sente “usata”. “Una sera mentre ero in hotel con un’altra ragazza ricevo una telefonata dalla reception, che mi dice che all’altro capo c’è una donna. Faccio per rispondere ma riattacca”, ha raccontato.

Da quel momento non c’è stata una tregua per Giuseppe. “Ho iniziato a ricevere messaggi di minacce sui social da profili falsi e centinaia di chiamate al giorno da numeri anonimi”. Appostamenti, pedinamenti, le gomme dell’auto tagliate, le minacce. Giuseppe aveva interrotto la loro breve relazione nel periodo di Natale, da quel momento l’inizi di un incubo, esteso anche ai famigliari. “Mio fratello e mia madre la vedevano a ogni ora del giorno e della notte nei pressi del condominio”, si sfoga con gli inquirenti. E nel mirino finiscono anche tre donne con cui Giuseppe aveva avuto delle relazioni: l’ex fidanzata, quella attuale e un’altra con cui il ragazzo aveva stretto una semplice conoscenza, sempre via chat. Solo quest’ultima trova il coraggio di denunciarla per molestie telefoniche.