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Pamela Mastropietro, usata e uccisa da Oseghale

Pamela Mastropietro

Secondo la difesa il rapporto è stato consenziente, mentre per l'accusa si tratta di stupro.

“Pamela è stata usata per soddisfare le sue voglie sessuali, strumentalizzata come un giocattolo”. Con queste parole il procuratore Giovanni Giorgio ha parlato di Innocent Oseghale durante l’udienza finale del processo. La corte si è ritirata nella giornata di mercoledì per esprimere il verdetto sull’omicidio Mastropietro, e accusa e difesa si sono nuovamente scontrate sulla questione del rapporto sessuale consensuale. Il difensore di Oseghale, già nella precedente udienza, aveva affermato che il rapporto tra il nigeriano e la vittima era stato consenziente, sottolineando il fatto che dopo l’allontanamento dalla comunità, Pamela aveva avuto rapporti con altri uomini. Non la pensa così però l’accusa, che non capisce “perché mai Pamela avrebbe dovuto decidere di avere solo con Oseghale un rapporto non protetto“. A sostegno di questa tesi il fatto che i resti di Pamela siano stati lavati con la candeggina.

Chiesto l’ergastolo

Alcune intercettazioni telefoniche hanno permesso di sentire alcuni amici di Oseghale i quali dicevano che l’imputato aveva offerto la giovane anche a uno di loro che però aveva rifiutato, dicendo che non gli piacevano le ragazze bianche. L’avvocato Marco Valerio Verni ha osservato: “Pamela ha subito una violenza, si drogava non per vizio ma per una patologia psichiatrica della quale soffriva. Voleva scappare ed è stata uccisa”. La richiesta dei pm per Innocent Oseghale è la condanna all’ergastolo. “Oseghale ha strumentalizzato Pamela come un giocattolo: si era ripresa, ma era in stato confusionale dovuto alla droga, lui frettolosamente ha soddisfatto le sue voglie sessuali inducendola a un rapporto non protetto” ha affermato il procuratore Giovanni Giorgio.