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Rimini, uno sciame di 40 mila api invade il centro storico

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Il clima impazzito ha portato 40 mila api in centro a Rimini: l'intervento di un apicoltore, però, ha riportato l'ordine in città.

Uno sciame di 40 mila api ha invaso Piazza Cavour nel centro storico di Rimini durante la giornata di lunedì 10 giugno. Insieme alla loro regina, gli insetti si sarebbero posati sul cestello di una bicicletta parcheggiata sulla rastrelliera. A dare l’allarme è stato l’assessore della giunta Gnassi: lo sciame, infatti, era ben visibile dalle finestre del palazzo comunale che affaccia proprio sulla piazza. A riportare la calma in città è stato l’intervento di un apicoltore.

Una sciame in centro

Piazza Cavour è stata invasa dalle api: lo sciame formato da 40 mila insetti si è posato sul cestello di una bicicletta e ha attirato l’attenzione dei passanti. Dopo le segnalazione dell’assessore si era pensato di allertare la disinfestazione. Poi, però, sul posto è stato chiamato un apicoltore: l’uomo, munito di arnia, ha impiegato un’ora per attirare la regina e le altri api. Alla fine il mezzo è stato liberato dallo sciame. In occasione dell’invasione, inoltre, la piazza era stata transennata. Gli esperti hanno poi spiegato le possibili cause di una simile invasione: si tratterebbe di una questione legata al clima. Il freddo del mese scorso, infatti, avrebbe scombussolato gli insetti: la ricerca del nettare dunque si sarebbe spinta in luoghi insoliti.

L’allarme della Coldiretti

Il clima impazzito sta portando cavallette, api e cimici nelle città. Nei giorni scorsi, infatti, le campagne di Nuoro erano state invase dalle cavallette, mentre nel nord Italia sono arrivate le cimici. L’allarme lanciato da Coldiretti riguarda principalmente alcune regioni del nord: “La situazione è difficile in tutto il Nord dal Friuli al Veneto, dalla Lombardia all’Emilia Romagna fino in Piemonte. La diffusione improvvisa di questi insetti che non hanno nemici naturali è stata favorita dalle alte temperature. La lotta in campagna per ora può avvenire solo attraverso protezioni fisiche come le reti a difesa delle colture”.