> > Michela Murgia, insultata su Facebook: Salvini perché non si dissocia?

Michela Murgia, insultata su Facebook: Salvini perché non si dissocia?

michelamurgia 1

La scrittrice Michela Murgia si espone e chiede al ministro Matteo Salvini perché non si dissocia da pagine Facebook che fomentano l'odio.

Insulti sessisti, violenti e disumani. Michela Murgia non ci sta. Non capisce come sia possibile in un Paese democratico assistere a scene di questo tipo e rimanere zitti. Quando le pagine Facebook cariche d’odio minano le persone, la figura per la quale sono unite dovrebbe intervenire, soprattutto se si tratta di un Ministro.

La vicenda

Non è la prima volta che l’autrice del bestseller “Accabadora” si scontra a muso duro con il vicepremier Matteo Salvini, nel primo round, la scrittrice ha criticato il Ministro per i suoi metodi usati. Successivamente tra i due scoppiò una vera e propria guerra fredda. Scambi di post su Facebook in cui si punzecchiano continuamente sul lavoro svolto. Questa volta però Michela è stata vittima di una barbaria. Al di sotto di un suo recente post su Facebook, una pagina sostenitrice del vicepremier “Uniti a Salvini” che conta circa 13mila iscritti ha preso di mira la scrittrice con insulti e minacce di morte. Michela non ci sta, si appella a Salvini non perdendo l’occasione per chiarire quale sia il suo punto di vista: “Qualunque leader politico democratico, specialmente uno che fa spendere ai cittadini 404mila euro all’anno di stipendi per pagare chi si occupa della sua comunicazione, si dissocerebbe immediatamente da chi usa metodi simili. Le pagine di sostegno al governo leghista che consentono questo linguaggio, al di là delle intenzioni dei commentatori hanno come scopo l’intimidazione. Non tanto rivolta a me, che ho sempre detto quello che penso e continuerò a farlo, ma a chiunque possa pensarla nello stesso modo e abbia intenzione di dirlo apertamente, in modo particolare se donne“.

La conclusione della scrittrice

Michela Murgia per l’ennesima volta non si è tirata indietro. Ha detto no ancora. Nessuno può cambiare le idee di qualcun’ altro semplicemente perché differenti. Per concludere il suo intervento oltre a postare gli screen shot dei commenti choc dei sostenitori leghisti, ha aggiunto: “Questo gruppo lo faremo chiudere. Cento altri ne sorgeranno e faremo chiudere anche quelli. Ma quando è chi governa a legittimare questo registro, l’azione della violenza è pedagogia di Stato”.