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Sea Watch, Carola Rackete arrestata a Lampedusa: il video

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La capitana Carola Rackete viene arrestata a Lampedusa tra applausi e commenti negativi. Sulla nave, però, sventola un cuore sullo sfondo.

Sono le 1:50 al porto di Lampedusa quando la comandante Carola Rackete forza il blocco ed entra al porto commerciale. La Guardia di Finanza sale a bordo della ong che batte bandiera olandese e verso le 3 la comandante viene arrestata dalla polizia. Carola scende dalla nave con a bordo 42 migranti, mentre sullo sfondo si vede un grosso cuore appeso alla Sea Watch. Sul posto, oltre a una grande folla ci sono le forze dell’ordine, la Guardia di Finanza e molti curiosi.

Il video dell’arresto

Sui social sono balzati molti scatti e riprese che documentano l’arresto della capitana tedesca delle Sea Watch, Carola Rackete. Infatti, come si vede dai video amatoriali, la Guardia di Finanza la accompagna nella discesa e una grande folla assiste alla scena. Sono le tre del mattino di sabato 29 giugno. Inoltre, sulla Sea Watch è appeso un grande cuore che fa da sfondo all’arresto di Carola. La folla si divide tra coloro che sostengono le azioni delle forze dell’ordine e chi, invece, sostiene il capitano. Si sentono le persone urlare: “Reclusa! Reclusa! Reclusa!“. Infatti, Carola è accusata di violazione dell’articolo 1100 del codice della navigazione: avrebbe posto resistenza contro una nave da guerra nazionale. Inoltre, tra i vari cori dei presenti c’è anche chi grida: “Ti devi vergognare!“. Però, ci sono anche coloro che dal lato opposto applaudono alla comandante che ha tentato il possibile per salvare i suoi 42 migranti a bordo della Sea Watch. Un gesto nobile e di responsabilità, che però divide l’Italia.

I commenti

Il Ceo della Sea Watch si ritiene soddisfatto dalle azioni coraggiose di Carola: “Siamo orgogliosi del nostro capitano, ha agito nel modo giusto. Ha insistito sulla legge del mare e ha portato la gente al sicuro”. Ma nonostante gli applausi dalla folla si sentivano gli inneggiamenti all’arresto. Tra queste urla c’era anche l’esponente leghista di Lampedusa, Angela Maraventano, che urlava: “Vergogna”.