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Istat, crollo demografico: mai così poche nascite dall'Unità d'Italia

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L'Italia ha perso da anni la sua capacità di crescita, non solo dal punto di vista economico: nascite ai minimi storici.

Prosegue il drammatico calo delle nascite in Italia, che ogni anno ormai tocca un nuovo record negativo. L’Istat conferma infatti che dal 2015 la popolazione residente è in continua diminuzione, e ciò configura per la prima volta negli ultimi 90 anni una fase di declino demografico. Il 2018 si chiude infatti con una popolazione che ammonta a 60.359.546 residenti, quindi oltre 124mila in meno rispetto all’anno precedente (meno 0,2 per cento) e oltre 400mila in meno rispetto a quattro anni prima.

Sempre di meno la popolazione italiana

L’istituto di statistica chiarisce che il calo è interamente attribuibile alla popolazione italiana, che scende a 55 milioni e 104mila unità, 235mila in meno rispetto al 2017 (-0,4%). Rispetto alla stessa data del 2014 invece la perdita di cittadini italiani (residenti in Italia) è pari alla scomparsa di una città grande come Palermo (-677 mila).

Il dato però potrebbe essere ancor più drammatico, poiché i numeri sono compensati dai nuovi italiani che in questo periodo hanno ottenuto la cittadinanza, pari a 638mila. Senza questo apporto, il calo degli italiani sarebbe stato intorno a 1 milione e 300mila unità. Al contempo, l’aumento dei cittadini stranieri (più 241mila dal 2014) ha permesso di contenere la perdita complessiva di residenti.

Più morti che nati

Da via Cesare Balbo si sottolinea quindi come la popolazione italiana abbia da tempo perso la sua capacità di crescita per effetto della dinamica naturale, quella dovuta alla “sostituzione” di chi muore con chi nasce. Nel corso del 2018 la differenza tra nati e morti (saldo naturale) è infatti negativa, pari a meno 193mila unità. Le nascite sono diminuite infatti di oltre 18mila unità: è il minimo storico dai tempi dell’Unità d’Italia.

Il saldo naturale della popolazione complessiva è negativo ovunque, tranne che nella provincia autonoma di Bolzano. A livello nazionale il tasso di crescita naturale si attesta infatti a meno 3,2 per mille e varia dal +1,7 per mille di Bolzano al -8,5 per mille della Liguria. Molto male anche in Toscana, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Molise.