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Financial Times: "Ponte Morandi rischiava il crollo, Atlantia sapeva"

ponte morandi

L'indagine del Financial Times svela le dinamiche tra il crollo del ponte Morandi e Atlantia, società per azioni italiana.

Nuovi particolari emergono a distanza di un anno dal tragico crollo del ponte Morandi, disastro in cui persero la vita 43 civili. Dalle pagine del britannico Financial Times si apprende quanto segue “Il viadotto di Genova ha avuto problemi di sicurezza lungo i dieci anni che hanno preceduto la data del collasso”. A confermare questa informazione un documento prodotto da Atlantia (società controllata dal gruppo Benetton) mai diffuso pubblicamente e consegnato agli inquirenti. Secondo il report stilato dalla stessa società che al giorno d’oggi è entrata a far parte dell’operazione di salvataggio di Alitalia “i difetti riscontrati sulla struttura del Morandi non erano tali da richiedere un intervento urgente, ma programmabile nell’arco di 5 anni”.

L’inchiesta del Financial Times

“La risposta di Atlantia al disastro fu disorganizzata” è quanto pubblicato sulle pagine del giornale d’oltremanica che grazie al contatto con una fonte interna ha descritto il processo che ha condotto la società per azioni italiana a valutare e stilare quel rapporto sulla sicurezza “Alcune persone vicine al consiglio di amministrazione hanno riferito che il report fu presentato in tutta fretta, senza lasciare il tempo necessario per comprendere i contenuti del documento. Fonti informate hanno fatto sapere che, dopo il crollo, il comitato controllo e rischi di Atlantia aveva richiesto il rapporto per determinare se l’azienda fosse o meno responsabile di eventuali carenze”. Per organizzare la riunione del CDA ci vollero settimane.

I rischi del ponte Morandi

Premessa: tutti i problemi che erano stati individuati prima che avvenisse il crollo del viadotto, secondo Atlantia non necessitavano di interventi urgenti. In primis il rischio legato alle “travi” (scoperto per la prima volta nel 2011) veniva classificato con valore pari a 60 in una scala di valutazione calcolata da 10 a 70: giudizio che sembra essere tutt’altro che passibile di interventi urgenti.

La risposta di Atlantia

Nel rapporto la società ha messo nero su bianco che tutte le indagini legate alla sicurezza sono state affrontate in conformità con la norma di legge. In risposta al Financial Times, Atlantia ha dichiarato “Il valore di rischio pari a ’50’ non indica di fatto un problema di sicurezza e consente di pianificare un intervento nell’arco di 5 anni. Nessuna analisi o relazione aveva fatto immaginare che fosse necessario un intervento urgente”.

L’Audit

Il documento fu elaborato dalla Direzione Internal Audit di Atlantia, con il supporto tecnico qualificato di tre soggetti esterni indipendenti e di standing internazionale in ambito legale e tecnico-ingegneristico. Scopo dell’audit svolto da Atlantia era quello di effettuare una verifica circa il rispetto degli obblighi
manutentivi convenzionali da parte della società controllata Autostrade per l’Italia dall’inizio della Convenzione fino al 2018.

Il documento attesta il puntuale rispetto di tali obblighi. I tre esperti indipendenti giungono a queste conclusioni analizzando le diverse tipologie di controlli, commissionati dalle strutture tecniche di ASPI, che vennero effettuate sul ponte: ispezioni trimestrali realizzate da SPEA, ispezioni straordinarie che venivano attivate da SPEA autonomamente o su segnalazione specifica della Direzione di Tronco genovese di ASPI, indagini di tipo diagnostico per controllare la qualità
e le caratteristiche dei materiali, test riflettometrici sullo stato di conservazione degli stralli, analisi per valutare le caratteristiche dinamiche della struttura.

Si ricorda inoltre che le indagini degli organi inquirenti, a cui è stato consegnato il report dell’Audit, sono in pieno svolgimento: la causa del crollo non è stata ancora individuata (è in corso il secondo incidente probatorio, dedicato proprio all’individuazione delle cause del crollo).

Va infine evidenziato che il report fu analizzato con attenzione da parte delle strutture deputate di Atlantia: il documento fu infatti illustrato e discusso approfonditamente il 5 e il 9 novembre 2018 in due sedute congiunte del Comitato Controllo Rischi (organo deputato a svolgere tale analisi) e del Collegio Sindacale di Atlantia, con il supporto dei tre esperti indipendenti.

L’8 novembre fu discusso in una riunione degli amministratori indipendenti del Cda (cui presero parte 7 membri su 8), sempre alla presenza dei tre esperti indipendenti, per approdare poi all’attenzione del CDA di Atlantia il 10 novembre. Non corrispondono minimamente al vero le insinuazioni secondo cui la presentazione del rapporto sarebbe stata affrettata. L’audit ha avuto una finalità interna e le risultanze del rapporto sono coerenti con quanto trasparentemente pubblicato nell’Area Dati e Fatti sul sito di ASPI, che viene costantemente aggiornata.