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Padova, muore giovane 23enne per eroina: era la sua prima dose

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Disperati i genitori della vittima: "Avessero chiamato subito i soccorsi, mio figlio sarebbe ancora vivo."

Omicidio Federico Bertollo, spuntano nuovi indizi sulla morte del giovane 23enne deceduto a Cittadella dopo un’iniezione d’eroina. Arrestato lo spacciatore Ivano Sogliacchi, ora in carcere a Padova: presente in casa un terzo uomo, per ora non indagato dai carabinieri. L’appello disperato dei genitori: “Poteva essere salvato”.

Padova, muore per eroina

Poteva essere salvato, se solo avessero chiamato subito i soccorsi”, non c’è pace per i genitori del 23enne di Cittadella Federico Bertollo, trovato morto a seguito di una dose letale di eroina, iniettatagli da Ivano Sogliacchi, uno spacciatore locale di 49 anni. L’uomo è ora accusato di omicidio e spaccio di eroina e cocaina, sostanze trovate successivamente nell’appartamento dai carabinieri che hanno effettuato il sopralluogo dell’abitazione. Dalle ultime indagini, si apprende della presenza di un terzo uomo nella casa del pusher, per ora non indagato ma su cui i carabinieri stanno svolgendo degli accertamenti. Sogliacchi, detenuto al carcere di Padova, è stato interrogato dal gip Domenica Gambardella, alla quale ha riferito che avrebbe procurato la droga, ma non avrebbe iniettato lui la sostanza a Bertollo. Per ora il gip ha convalidato l’arresto e disposto una misura cautelare in carcere.

La disperazione della madre di Bertollo

L’eroina non l’aveva mai provata. L’ultimo messaggio di mio figlio è una bugia”, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera Chiara Zecchin, madre della vittima. “Mi aveva detto che andava a fare un giro sui colli con un amico ma non ci credevo. Gli ho chiesto quale fosse la verità e lui mi ha risposto con un sms: ‘Devi avere fiducia in me, mamma. Stai tranquilla’. Invece stava andando a casa di quello spacciatore”, ha continuato, aggiungendo sullo spacciatore: “Spero sia messo nelle condizioni di non vendere più droga perché nessun’altra mamma deve provare questo dolore”. Ricostruendo il tragico evento, conclude: “Federico si è sentito male, è caduto in avanti ferendosi al volto. Gli altri due l’hanno fatto sdraiare sul letto, lasciandolo lì a rantolare. Sono certa che poteva essere salvato. Hanno atteso un’ora e mezza prima di lanciare l’allarme. Avessero chiamato subito i soccorsi, mio figlio sarebbe ancora vivo”.