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Sfiorata rissa in una chiesa di Foggia: scontro per il crocifisso

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Scoppia la rissa nella chiesa di Sant’Antonio da Padova, Foggia. La questione del crocifisso divide i parrocchiali dai neocatecumenali.

Sfiorata la rissa in una chiesa di Foggia. A Sant’Antonio da Padova, le tensioni tra la comunità parrocchiale e il movimento neocatecumenale sono esplose nella serata di lunedì 17 febbraio a seguito di alcune divergenze spirituali.

Rissa in chiesa a Foggia

Un crocifisso per spaccare le comunità. Nella chiesa di Sant’Antonio da Padova, a Foggia, lunedì 17 febbraio si è sfiorata la rissa tra la comunità parrocchiale e il movimento neocatecumenale, già divisi dai differenti percorsi spirituali. Ai piedi della croce, proprio davanti all’altare, sarebbe divampata un’improvvisa bagarre al termine di un’assemblea pubblica convocata dal parroco Padre Roberto Nesta per la questione del “crocifisso“. Secondo quanto riportato da FoggiaToday, per placare i malumori tra le due realtà il parroco avrebbe provato a trovare un compromesso, proponendo un referendum per togliere il crocifisso spodestandolo con la Corona Misterica della discordia, un progetto iconografico di dieci metri per dodici.

Un’idea che il “Comitato Giù le mani dal Crocifisso” avrebbe bocciato sonoramente, nonostante i tentativi del frate francescano di convincere i parrocchiani ad adottare altri simboli e inserire la grande pala d’altare, un’opera cui costo si aggirerebbe intorno ai 60mila euro più le spese di montaggio. “Il mistero non si riduce alla morte”, avrebbe commentato Padre Nesta inutilmente, poiché, a luci spente, sarebbe scoppiato il parapiglia.

Comunità divise

Il Comitato “Giù le mani dal crocifisso” aveva fatto partire un’opera di volantinaggio domenica 16 febbraio a seguito delle voci circolate sugli imminenti lavori. Un’iniziativa che già due anni fa era stata lanciata sempre dagli stessi, quando si era parlato per la prima volta di togliere la croce dall’altare. “A qualche tempo di distanza dal tentativo finito male di imporre un’opera non gradita, non condivisa dal consiglio preposto e per di più molto costosa, il parroco, con la benedizione di non si sa bene chi, torna a parlare di rimuovere/spostare il crocifisso dalla sua sede a favore di un’opera pio sogno di pochi eletti”, si leggeva nella nota informativa, che scoraggiava inoltre le offerte dei fedeli durante la celebrazione. “L’opera stride fortemente con l’architettura minimalista della chiesa edificata ispirandosi alla Cappella di Notre-Dame du Haut di Le Corbusier”.

Una struttura architettonica che nel tempo ha subito diversi interventi, anche personali, motivo che avrebbe spinto la Commissione Diocesana a negare un ulteriore modifica dei classici simboli, quali trasformerebbero la Chiesa in una “tenda neocatecumenale“. Un parere non vincolante considerando il benestare del Vescovo, che accerterebbe però gli ulteriori dubbi dei parrocchiani che vedrebbero quest’ultimo una figura scomoda, sempre più distante dalle vesti indossate fin’oggi, e che li avrebbe spinti a invocare le sue dimissioni. “Non c’è democrazia nella Chiesa”, avrebbe ribattuto: “Non confondiamo l’obbedienza, soprattutto quella francescana, col sottostare acriticamente a qualsivoglia autorità della Chiesa”.