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Coronavirus Italia, il contagio è rallentato: i dati spiegati

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Il contagio in Italia è rallentato, ma la lotta contro il coronavirus prosegue: l'analista della Protezione Civile interpreta i dati diffusi.

Si iniziano a vedere i primi risultati delle misure di contenimento varate dal governo: in Italia, stando ai dati, il contagio e il numero di decessi per coronavirus è rallentato. Tuttavia, rimane critica la situazione ricoveri in terapia intensiva, dove i posti letto scarseggiano. Di fronte quindi all’abbandono della crescita esponenziale, occorre proseguire nel rispetto delle norme per debellare definitivamente la malattia. Il picco, infine, non è prevedibile: una volta raggiunto, però, la diffusione dovrebbe rallentare.

Coronavirus Italia, contagio rallentato

Giovanni Bocchi è un analista della Protezione Civile di 33 anni che studia ricerca fisica nucleare. Tra i titolari dell’azienda Kiwi Data Science, la sua specialità è l’analisi dei dati statistici in ambito manifatturiero e farmaceutico. Guardando, però, ai dati diffusi dalla Protezione Civile sul coronavirus, Bocchi sostiene: “Stiamo abbandonando la crescita esponenziale a favore di una una lineare“. Inoltre, “se guardiamo i dati giornalieri – spiega ancora Bocchi a Fanpage.it – si può vedere come negli ultimi tre, quattro giorni il numero di positivi, nuovi casi e deceduti è rimasto stabile”.

Secondo Bocchi, avendo un andamento esponenziale, il coronavirus non accetta previsioni sui possibili picchi. “L’epidemia – ha spiegato l’analista – è fortemente influenzata da eventi esterni come la chiusura dei locali, le quarantene e le reclusioni forzate”.

Invece di dare false speranze, Bocchi guarda ai dati e rincuora gli italiani: “I dati di oggi confermano il trend positivo dei giorni scorsi per quanto riguarda nuovi casi, positivi e deceduti”. Ciò che preoccupa maggiormente, invece, “sono i dati delle terapie intensive, per i quali osserviamo una continua crescita“.