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Coronavirus, cittadini bloccati a Villa San Giovanni: "Ammassati e al freddo"

Coronavirus bloccati Villa San Giovanni

Circa cento cittadini sono bloccati a Villa san Giovanni senza poter fare ritorno in Sicilia, chiusa per limitare i contagi da coronavirus.

Bloccati a Villa San Giovanni e impossibilitati a tornare nella loro Sicilia che ha chiuso i confini: questo il destino di centinaia di cittadini che a causa delle restrizioni anti coronavirus non sanno dove alloggiare e quando potranno fare ritorno presso le proprie case.

Coronavirus: cittadini bloccati a Villa San Giovanni

Tutto è iniziato nella lunedì 23 marzo 2020 quando le forze dell’ordine avevano fermato quaranta auto con una ottantina di persone a bordo dirette a Messina. Secondo loro le motivazioni fornite sulle autocertificazioni non rientravano nelle assolute urgenze previste dall’ordinanza con cui Musumeci ha decretato la blindatura dei confini siciliani. A loro si sono poi aggiunti il giorno successivo altri 150 cittadini circa per un totale di 230 persone bloccate nel piccolo comune calabrese.

Da una parte la Sicilia non voleva farli entrare, dall’altra la Calabria non aveva intenzione di farsene carico. Tra loro c’erano però bambini, anziani e donne in gravidanza che avevano necessità di trovare in fretta una sistemazione. Così dopo diverse ore un centinaio hanno avuto l’autorizzazione per prendere il traghetto delle 22 e raggiungere l’isola. Per gli altri invece nessuna soluzione.

Molti si sono messi in viaggio prima che il decreto entrasse in vigore, con tanto di supporto del Consolato francese per attraversare la frontiera. Altri stavano al Nord, hanno perso il lavoro e non hanno materialmente il denaro per pagarsi un affitto. Chiedono solo di poter tornare a casa loro, dove hanno un tetto e la residenza“, ha spiegato l’assessore di Villa San Giovanni Pietro Caminiti.


La situazione rischia di degenerare dato che le 130 persone rimaste bloccate sono tutte assembrate e rischiano di causare l’effetto opposto a quello sperato, ovvero di aumentare il rischio di contagio. Una famiglia ha fornito una testimonianza di quanto stanno vivendo, “fermi in una saletta della stazione al freddo, ammassati in uno spazio ristretto, senza alcun rispetto delle distanze di sicurezza o dispositivo per proteggerci“. Ha anche aggiunto che i bagni non saranno accessibili per tutta la notte e che “siamo partiti sani e rischiamo di arrivare ammalati“. Tutti attendono e sperano che nella giornata successiva dalle Regioni e dal governo possa arrivare una svolta che sblocchi la loro condizione.