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Coronavirus, altri 70mila morti con la fine del lockdown: lo studio

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L'emergenza coronavirus non si attenuerà alla fine del lockdown. Al contrario, con la riapertura si stimano fino a 70mila morti in un anno.

Mentre in Italia la task force guidata da Vittorio Colao procede con i lavori per definire la fase 2, un recente studio condotto dall’università di Trento e pubblicato sul Nature Medicine mette in guardia sui rischi dell’allentamento delle misure restrittive, che ora appare sempre più vicino. L’emergenza coronavirus, infatti, non passerà con la fine del lockdown. Al contrario, stando a quanto dichiarato dagli esperti, si potrebbe registrare un forte incremento delle vittime. Il virus potrebbe quindi far sentire i suoi effetti fino al 2021. Le misure di blocco possono essere alleviate in sicurezza attraverso test diffusi e tracciabilità dei contatti.

Coronavirus, nuovo allarme con fine lockdown

Con l’allentamento delle misure di contenimento e confinamento adottate nel nostro Paese, potrebbe verificarsi una nuova ondata di contagi. Si stimano quindi settantamila decessi entro febbraio 2021, a un anno esatto dallo scoppio dell’epidemia in Italia.

La ricerca realizzata dall’università di Trento appare piuttosto allarmante. Tuttavia, stando a quanto dichiarato all’Agi da Giulia Giordano, la ricercatrice che ha coordinato lo studio, esso può essere attenuato “a patto di una campagna a tappeto di tipo diagnostico, cioè tamponi e test sierologici. Così facendo, ha aggiunto, sarà possibile “individuare tempestivamente l’insorgenza di ogni nuovo focolaio”.

Lo studio prende in considerazione otto fasi di infezione e differenzia le persone diagnosticate da quelle non diagnosticate. I risultati potrebbero rivelarsi utili ai responsabili politici in Italia e nel mondo per valutare le conseguenze di possibili strategie, tra cui blocco, test e tracciamento dei contatti. Secondo i ricercatori dell’università di Trento, l’allontanamento sociale resta di fondamentale importanza, soprattutto agli inizi della fase 2. Aumentando i tamponi e attraverso la tracciabilità dei contatti, le misure di blocco potranno essere allentate in una condizione di maggior sicurezza, suggeriscono i risultati. Resta importante adottare dovute strategie per contrastare il Covid-19. Tuttavia, rimane incerta la loro capacità di franare la curva dei contagi.

Le contromisure

Per la ricercatrice Giulia Giordano il lockdown non è l’unica contromisura. All’Agi, infatti, ha dichiarato: “Abbiamo pensato a possibili scenari futuri sulla base delle misure adottate. Dallo scenario in cui il lockdown viene reso ancora più draconiano, con limitazioni più severe degli spostamenti, fino all’epidemia, il nostro modello ci suggerisce un numero di morti vicino a quello a cui siamo arrivati adesso”. Poi ha sottolineato:Continuare con il lockdown consentirebbe lo spegnimento dell’epidemia nel giro di qualche mese. Invece allentando le misure di lockdown ci possiamo aspettare circa 70 mila morti solo nel primo anno”.

Stando a quanto emerso dallo studio, anche nel 2021 ci sarebbero vittime. “Il nostro modello ci dice che le misure adottate erano indispensabili e che allentarle potrebbe portare a una situazione disastrosa. In realtà, non abbiamo solo il lockdown come possibile contromisura”, ha aggiunto.

Tra le strategie, rientra la possibilità dieffettuare test sierologici e tamponi a tappeto sull’intera popolazione e un tracciamento accurato dei contatti, in modo da poter isolare qualunque focolaio emergente dal principio. Poi ha concluso: “Isolare infetti, fornire cure e arrestare la diffusione. Questa è l’unica possibilità se si vuole allentare il lockdown ed evitare la ripartenza dei focolai. Ma nel caso in cui non si faccia una campagna massiccia di test e le contromisure vengano allentate nel giro di un anno saremmo ancora nel pieno dell’epidemia”.