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Coronavirus, i presidi puntano alla maturità online: scuole non idonee

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L'Associazione nazionale presidi ha espresso i suoi dubbi in merito alla reale fattibilità della della maturità 2020 all'interno delle scuole.

Mentre si avvicina sempre più la data dell’esame di maturità 2020, che salvo imprevisti dovuti all’emergenza coronavirus partirà dal prossimo 17 giugno, i presidi italiani spingono perché questa avvenga attraverso la già preventivata modalità a distanza, esprimendo i loro dubbi in merito alla possibilità di un ritorno in classe in tempo per svolgere l’esame di Stato. L’Associazione nazionale presidi denuncia infatti la mancanza di protocolli adeguati per effettuare gli esami in totale sicurezza, anche considerando l’età media degli edifici scolastici italiani che in molti casi non risulterebbero idonei nel consentire il mantenimento del distanziamento fisico tra gli alunni.

Coronavirus, si punta a maturità a distanza

Nonostante la modalità a distanza sia stata applicata fino ad ora soltanto nella didattica tradizionale e mai per un esame di Stato, in una nota ufficiale pubblicata nella giornata del 4 maggio l’Associazione nazionale presidi afferma: “Pur nella piena consapevolezza del valore simbolico dell’esame devono essere soppesate con estrema attenzione tutte le circostanze in cui esso dovrebbe svolgersi. Va affrontato e risolto al più presto il vero problema: definire specifici protocolli di sicurezza inerenti gli strumenti, le procedure e le connesse responsabilità. Non possiamo lasciare sole le scuole – e i dirigenti che ne gestiscono le attività – nel decidere come organizzarsi. Servono regole chiare e servono subito”.

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A fare eco a queste affermazioni ci pensa Mario Rusconi, presidente della sezione laziale dell’Anp, che in merito all’anzianità delle strutture scolastiche dichiara: “A Roma il patrimonio edilizio-scolastico nel 70% circa dei casi è risalente a prima degli anni ’70 per cui gli spazi ampi come palestre, aule magne e corridoi spaziosi sono veramente difficili da trovare”.

Le defezioni degli insegnanti

Nel frattempo oltre alle rimostranze dei presidi nell’effettuare la maturità in classe si stanno aggiungendo quelle dei professori, che in molti casi potrebbero rinunciare a far parte della commissione d’esame proprio per la mancanza di precise norme di sicurezza. Lo scorso 30 aprile era infatti fissato il termine per la composizione delle commissioni, tutte composte da membri interni ad eccezione del presidente, ma di queste non tutte sono state presentate complete. In caso di defezioni nel corpo docente si provvederà a sostituire gli insegnanti mancanti con colleghi più giovani o addirittura ad assumere dei supplenti appositamente per l’esame di maturità, che ricordiamo consisterà in un singolo orale da 40 crediti.