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Coronavirus Roma, spiagge libere chiuse: aperti solo gli stabilimenti

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L'assessore all'Ambiente del municipio di Ostia Alessandro Ieva ha affermato che le spiagge libere non sono essenziali.

L’assessore all’Ambiente del municipio di Ostia Alessandro Ieva ha affermato che le spiagge libere non sono essenziali e pertanto si inizia a pensare ad un’estate in cui sarà possibile andare al mare solo accedendo agli stabilimenti.

Spiagge libere chiuse?

Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’assessore all’Ambiente del municipio di Ostia, Alessandro Ieva, ha affermato che “le spiagge libere del litorale non sono essenziali”, mentre gli stabilimenti hanno la necessità di lavorare e di ripartire, “seppure con una serie di restrizioni”. Una questione ovviamente economica, ma anche di sicurezza. La questione, infatti, è come poter controllare le persone nelle spiagge libere. ” Sono spiagge troppo affollate, bisognerebbe militarizzarle e immagino che l’idea non piacerebbe a nessuno”.

Affermazioni che non sono piaciute al Partito democratico che ha accusato l’assessore Ieva di voler creare delle spiagge per ricchi. Come si legge in una nota scritta da Margherita Welyam e Flavio De Santis, capogruppo e segretario del Pd del X Municipio: “In questo modo si viola ogni norma nazionale ed europea a garanzia della libera fruizione del mare, ma poi si opera anche un’intollerabile discriminazione nei confronti di chi vive differenti situazioni sociali ed economiche: chi riuscirà a salvarsi senza troppi danni dalla crisi a seguito del lockdown potrà dunque frequentare le spiagge, dal momento che sarà in grado di permettersi di pagare l’accesso agli stabilimenti. Chi invece non avrà questa possibilità, si vedrà negato il diritto sacrosanto di andare al mare”.

Sull’argomento è intervenuto anche Riccardo Corbucci, dirigente del PD romano che a tal proposito ha dichiarato: “Invece di rilasciare dichiarazioni, si studi e ci si prepari. Si chieda ai propri referenti, nell’Esecutivo come in Campidoglio, quello che serve a garantire i servizi per i cittadini. Soprattutto non ci si preoccupi troppo di procurare fastidio alla sindaca Raggi o alla propria mini sindaco, preferendo la chiusura delle spiagge comunali invece di richiedere maggiori risorse sulla sicurezza e rinforzi per la polizia locale. Di fronte ad una resa simile sarebbe poi impossibile tornare ad essere credibili nel parlare di libero accesso al mare, di abbattimento di muri e fruizione dell’arenile. L’auspicio è che l’infelice uscita dell’assessore sia stata dettata dalla paura di sbagliare, elemento comprensibile, seppur inaccettabile per chi deve rappresentare quelle Istituzioni che tanti sacrifici stanno chiedendo ai cittadini”.

Secondo il sindaco di Gaeta, inoltre, si potrebbe optare per delle spiagge sorvegliate da sentinelle o controllori. “L’idea è che gli stabilimenti balneari dovranno dotarsi di una figura preposta, una sorta di sentinella o controllore, incaricata di vigilare sull’arenile, con il compito di sensibilizzare le persone in spiaggia a rispettare il distanziamento sociale e le altre misure che saranno individuate per evitare la diffusione del contagi”. Secondo il sindaco di Ventotene, invece: “Assicurare una permanenza in spiaggia in sicurezza è molto difficile, perché di per sé è un luogo di assembramento. Una proposta però potrebbe essere l’ingresso a fasce orarie, suddiviso per età. Gli anziani, ad esempio, potrebbero andare in spiaggia dalla mattina presto fino alle 11, per poi lasciare spazio ai giovani, ai quali potrebbe essere concesso di arrivare da mezzogiorno in poi”.