La Corte d’Assise di Milano ha confermato l’ipotesi terrorismo e accolto la richiesta della Procura nel processo a Ousseynou Sy, il 47enne che nel marzo 2019 ha dirottato e incendiato un bus a San Donato, mettendo a rischio la vita di 50 studenti e tre membri del personale scolastico. Sy è stato condannato dai giudici a 24 anni di carcere. Era stato accusato di sequestro di persona aggravato dalla finalità terroristica, strage aggravata, lesioni, resistenza e incendio.
Bus dirottato a Milano, autista condannato
Nel corso dell’udienza e prima che venisse emessa la condanna definitiva Sy ha continuato a ribadire le ragioni del suo gesto, a suo dire motivato dalla volontà di rendere giustizia agli africani vittime della violenza occidentale: “Se volete condannarmi fate pure ma il mio gesto aveva solo lo scopo di salvare delle vite umane. […] Se le colpe dei padri dovessero cadere sui figli non basterebbero due vite al popolo italiano per ripagare i crimini e gli orrori perpetrati in Africa”.
Sy ha inoltre smentito di aver compiuto il dirottamento a causa di una qualche presunta instabilità mentale, puntando il dito contro tutti coloro che lo hanno: “Dipinto come un matto, con tutti i pregiudizi che vengono riservati agli stranieri. È innegabile”. I giudici hanno inoltre riconosciuto risarcimenti a titolo provvisionale corrispondenti a 25mila euro per ognuno dei ragazzi coinvolti nel dirottamento e 3mila euro per i loro genitori, costituitisi parte civile nel processo.
La replica della madre di Adam
Alle parole pronunciate da Sy in aula ha successivamente risposto la mamma di Adam, assieme a Rami uno dei due ragazzini eroi che riuscendo a contattare le forze dell’ordine hanno potuto scongiurare quella che era una tragedia annunciata: “Tutti noi siamo impressionati e condanniamo per le morti i mare, ma lui ha sequestrato dei bambini figli di immigrati e non ci crediamo che lo abbia fatto per protesta. La condanna è giusta, potevano anche essere di più per quello che ha fatto“.