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Coronavirus, Galli: "Le prossime settimane saranno cruciali"

il virologo massimo galli esclude la carriera politica

"Le prossime 2-3 settimane saranno cruciali per l'andamento della pandemia" commenta l'infettivologo Galli. "Serve massima attenzione"

Le prossime 2-3 settimane saranno decisive nella lotta alla pandemia. È l’avvertimento che ha dato il professor Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, durante l’intervento che ha fatto a “Buongiorno”, il programma di approfondimento su SkyTg24.

Galli: “Prossime settimane sono cruciali”

Io non solo rilassato per niente, lo posso dire con doverosa franchezza” è l’avvertimento del professor Massimo Galli a chi sottovaluta ancora il coronavirus. L’autunno e il calo delle temperature sono ormai arrivati, e nel mondo scientifico c’è preoccupazione per i circa 1500 contagi che ormai si registrano ogni giorno. “La preoccupazione è legittima, come lo è anche un filo di ottimismo per come è andata finora. Però siamo veramente sul crinale – avverte l’infettivologo – che potrebbe portarci anche a una situazione nettamente peggiore, così come l’opposto”. Poi un focus sulle prossime settimane, che per Galli saranno decisive: “Queste 2 o 3 prossime settimane sono cruciali nell’osservazione, nel contenimento e nell’intervento immediato sulla limitazione dei focolai”.

Coronavirus, Galli: “Mantenere massima attenzione”

Questa estate ha rimescolato le carte, ahimè – ha commentato Galli – e regioni che erano state poco colpite e che però avevano fatto molto bene il lockdown, purtroppo dopo l’estate si sono viste arrivare infezioni che precedentemente non avevano. Toccherà stare molto, ma molto attenti proprio lì. Non solo in Campania, ci sono altri focolai in giro per l’Italia“. Poi un confronto -doveroso- con la situazione degli altri Paesi Europei: “Stiamo certamente meglio rispetto alla Francia e la Spagna e speriamo che si continui a stare meglio – auspica l’esperto – però è un dato di fatto che potremmo avere problemi, quindi l’attenzione deve continuare a essere massima. È la solita canzone che cantiamo tutti quanti in continuazione, ma altro non si può veramente dire”.