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Coronavirus, testimonianza di un barista di Frosinone ricoverato: "E' grave"

Coronavirus testimonianza barista ricoverato

Coronavirus, la testimonianza di un giovane barista ricoverato: "È un virus bruttissimo"

Questa malattia è una prigione mentale, oltre che fisica” racconta un barista di Frosinone che è stato ricoverato. Alessandro Mele, 31 anni, in degenza presso l’ospedale “Spaziani” di Frosinone. Ricoverato perché ha contratto il Coronavirus.

Coronavirus, testimonianza di un barista di Frosinone ricoverato

Alessandro Mele ha voluto condividere la sua esperienza con il Covid lanciando un messaggio: “Non credete alle leggende metropolitane, il virus esiste. Rispettate le norme”. 

Alessandro ha raccontato: “Quasi una settimana fa ho iniziato ad avere alcuni sintomi sospetti. All’inizio, avevo la febbre. Non passava, nonostante provassi a prendere alcuni medicinali, e continuava ad oscillare tra 37 gradi corporei e 38,5. Oltre questo, ho iniziato ad avvertire dolori alle ossa. Tra l’altro, ho iniziato a non sentire più gusto ed olfatto. Infine, quello che mi ha spaventato maggiormente, è stata la difficoltà che provavo nel respirare, come fossi sempre sotto sforzo”.

Appena ricoverato ha saputo di aver contratto una forma di polmonite da Coronavirus in stato oramai avanzato. Alessandro che ha proseguito nel racconto:”Una volta al Pronto Soccorso, mi hanno ricoverato immediatamente e sono stato portato al reparto di malattie infettive. Mi hanno aiutato con l’ossigeno. E poi c’è la terapia, con un antibiotico per endovena e del cortisone, per aiutarmi nella respirazione. Per fortuna, la cura sta andando bene e mi sento meglio”.

Coronavirus: “una mazzata dal punto di vista emotivo”

Il giovane barista ha sottolineato che il Coronavirus annienta l’emotività per l’isolamento e l’allontanamento dai propri affetti: “È una mazzata anche da un punto di vista emotivo. Appena, purtroppo, si entra in questo contesto ospedaliero, ci si rende conto della brutalità del virus. È inevitabile e compromette tutto. Si soffre moltissimo di mal di testa. Ma, al di là di questo, la cosa tremenda è che si è consapevoli che non si potrà vedere, chissà per quanto tempo, i propri affetti, la propria famiglia e non si potrà andare avanti con il lavoro. Per questo, dico che è il Covid è una prigione mentale, oltre che fisica”.

Alessandro che non credeva nel virus infatti ha riferite:”Ero uno di primi a essere un po’ scettico, anche se ho sempre rispettato le norme e usato la mascherina. Voglio dire a tutti che il virus esiste, anche se può prendere in forma lieve o più grave. Non è una passeggiata. Rispettate le norme e, ai primi sintomi, avvertite il vostro medico. E mettetevi subito in quarantena. Credo di essermi ammalato al lavoro, visto che sono a contatto con molte persone“.

Il giovane è anche proprietario di un bar che adesso naturalmente è chiuso, cosa che non lo fa stare tranquillo: “La cosa più brutta, oltre quella fisica ed emotiva, è l’impossibilità di continuare il lavoro. Adesso, dovrò fare i conti con la chiusura della mia attività. E la cosa mi preoccupa. Sarebbe stato giusto che il Governo ci avesse dato una mano a noi imprenditori, finiti in questa situazione. Magari con un sussidio giornaliero che ci permettesse di coprire le spese della nostra attività. Avrei voluto avere la serenità di affrontare questa situazione con la dovuta tranquillità, anche dal punto di vista economico”. 

Mele ha infine concluso: “La prima cosa che farò sarà abbracciare i miei figli e tutti i miei cari. È questa, la mia priorità. Dopo di che, riaprirò subito la mia attività. E continuerò a vivere mostrando, sempre, l’attenzione massima al rispetto delle norme anti-Covid“.