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Galli e Zangrillo divisi su tutto: dalle accuse alle richieste di querele

Zangrillo Galli

Accuse reciproche, critiche, richieste di querele: le tesi di Massimo Galli e Alberto Zangrillo sono sempre più distanti.

L’uno accusa l’altro di essere un negazionista, l’altro lo ritiene un catastrofista: da sempre divisi su diversi aspetti dell’emergenza coronavirus, Massimo Galli e Alberto Zangrillo continuano a battibeccare e rispondersi per le rime. Nell’ultimo scontro il primario del San Raffaele ha accusato il collega del Sacco di essere figlio “un’antica militanza sessantottina perché quando lo critica allude a lui senza mai fare il suo nome. Lo ha quindi invitato a denunciarlo apertamente.

Galli vs Zangrillo

Già in precedenza Zangrillo aveva giudicato scorretto il fatto che Galli attaccasse i suoi colleghi solo per avere una visione diversa dalla sua. Ora a dargli fastidio è il fatto che “trova sempre il tempo di accusarmi velatamente e non, mentre io questo tempo non lo trovo e ho sempre cercato di essere rispettoso“. Di qui il consiglio a fare esplicitamente nomi e cognomi e l’invito a denunciarlo alla Procura della Repubblica.

Immediata la risposta dell’infettivologo del Sacco che ha così risposto: “Non posso querelarlo perché il reato di negazionismo e riduzionismo non esiste in questo paese“. Da tempo Galli accusa infatti il medico di fiducia di Berlusconi di sottovalutare i rischi dell’emergenza sanitaria, a partire da quando quest’ultimo aveva affermato a giugno che il coronavirus fosse clinicamente morto. Egli ha invece sempre mostrato prudenza sottolineando la gravità della situazione e la saturazione degli ospedali.

Al contrario Zangrillo ha sposato la linea del non allarmismo sottolineando come il 25% dei pazienti potrebbe avere adeguate cure anche a domicilio e il 60% sia da codice verde. Anche nel giorno del record di contagi in Italia ha infatti parlato di una situazione sotto controllo e non da lockdown.