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Campania, zona gialla: perché più restrittiva delle altre Regioni

Vincenzo De Luca

I cambiamenti che avvengono nella Regione Campania, dichiarata zona gialla.

La Campania è diventata zona gialla, rientrando nella fascia di rischio più bassa tra le tre stabilite dal Governo con il nuovo Dpcm. Nonostante sia considerata una zona a basso rischio, rimane in bilico tra la gialla e l’arancione, perché Vincenzo De Luca ha stabilito delle regole più restrittive, che vanno oltre a ciò che è stato stabilito in questa circostanza.

La Campania è zona gialla

La prima differenza riguarda la didattica in presenza. Secondo il Dpcm le regioni in zona gialla possono lasciare aperte le scuole dell’infanzia, le elementari e le medie, mentre per le superiori è prevista la didattica a distanza. La Campania, invece, ha deciso di sospendere completamente la didattica in presenza. Una misura molto più restrittiva di quella prevista. Le regioni in fascia gialla, inoltre, non hanno limitazioni per la circolazione interna dei cittadini. Viene raccomandato di spostarsi solo in caso di bisogno, ma non esistono divieti. In Campania, invece, gli spostamenti sono vietati tra comuni, salvo motivi di lavoro, salute e necessità. In caso di spostamento è prevista l’autocertificazione.

La Campania ha applicato anche diverse misure stabilite per le zone gialle, come il coprifuoco dalle 22 alle 5, la chiusura dei bar, ristoranti e attività di ristoro alle 18, e la possibilità di servizio a domicilio e asporto, anticipato alle 22. I centri commerciali sono chiusi nei fine settimana e nei giorni prefestivi, ma resteranno aperti i negozi alimentari, le farmacia, le parafarmacia e le edicole al loro interno. La capienza dei mezzi pubblici diventa del 50%, mentre restano chiusi musei, mostre, parchi archeologici, corner per giochi e bingo in bar e tabaccherie. I parrucchieri e i barbieri restano aperti, ma solo su appuntamento e nel rispetto dei protocolli.