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Covid, Locatelli: “Curva dei contagi migliora, ma a Natale servono limitazioni”

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Franco Locatelli annuncia buone notizie sull’andamento dell’emergenza Covid-19, ma è presto per allentare le misure.

L’Italia, a seguito delle misure di restrizione emanate con gli ultimi dpcm per contrastare la seconda ondata di Covid-19, inizia a registrare i primi segnali di miglioramento. È, tuttavia, ancora presto per un “liberi tutti”. Ad avvertire la popolazione è il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli.

Le ultime sull’emergenza Covid-19

Franco Locatelli, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, ha parlato dei risultati delle misure di contenimento dell’epidemia delineate dal Governo nelle ultime settimane.

“Il sistema di misure differenziate in rapporto ai livelli di rischio – dice – ha funzionato. Ora dipende da come ci comporteremo. Se trascorreremo in modo assolutamente responsabile le festività, in tre o quattro settimane potremmo scendere a 6-7mila casi al giorno, un numero che consente di fare contact tracing contribuendo a impedire la propagazione incontrollata del virus. Ma quest’anno dobbiamo scordarci grandi tavolate a Natale, feste in piazza e concerti per Capodanno“.

Natale

Natale e Capodanno non potranno essere un liberi tutti. Il Governo permetterà ai cittadini di trascorrere le feste in un nucleo familiare ristretto. “Con gli affetti più cari in un numero assolutamente limitato di persone. Lo dobbiamo a noi stessi alle persone care e alla memoria di chi non c’è più, spiega Locatelli.

E sulla messa di mezzanotte. “Ci sarà una concertazione tra Governo e Cei. L’importante è che si rispetti il numero di accessi consentito in rapporto alle dimensioni della Chiesa, così come era già stato indicato in primavera dal Cts, rispettando anche l’orario per la restrizione di movimenti“.

Infine, “no” allo sci. Gli italiani, tuttavia, potrebbero emigrare nei Paesi in cui gli impianti saranno aperti, come la Svizzera e l’Austria. “L’Austria fa parte dell’Ue e sarebbe sorprendente se non accogliesse l’invito della Merkel e ancor prima del nostro governo a mantenere chiusi gli impianti. La Svizzera non è nell’Ue ma visto il numero non esaltante dei loro contagi mi deluderebbe una scelta contrario. Se così non fosse – sottolinea – personalmente dico che è ragionevole prevedere un periodo di isolamento fiduciario al ritorno in patria a difesa della collettività. Ma queste sono decisioni che competono al governo”.

Scuola

Si valuta, inoltre, le date per il ritorno a scuola. “Euno dei luoghi più sicuri e il suo contributo alla crescita della curva epidemica assolutamente marginale. E’ sui pericoli di assembramenti all’esterno e sui mezzi di trasporto che occorre intervenire, potenziando questi ultimi e differenziando gli orari di ingresso. Ma – dice Locatelli appena avremo piegato ancora un po’ la curva dei contagi, anche quelle superiori saranno riaperte”.

Il vaccino

Infine, Franco Locatelli si è espresso sull’imminente arrivo del vaccino. Quello prodotto da AstraZeneca-Oxford-Pomezia, tuttavia, ha ancora bisogno di ulteriori sperimentazioni. “La richiesta di una ulteriore valutazione – precisa – non riguarda minimamente il profilo di sicurezza del vaccino. Una dilatazione dei tempi di approvazione però va messa in conto perché serviranno ulteriori dati che accertino la maggiore efficacia a dosaggio ridotto. In particolare sulle persone anziane. Ma questo dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, che non ci sono scorciatoie nell’iter di approvazione“.

L’obiettivo con la somministrazione del vaccino sarà di raggiungere l’immunità di gregge. “Si otterrà con il 70% della popolazione vaccinata, quindi oltre 40 milioni di persone. Iniziando da chi è più esposto a rischi professionali e individuali, come il personale sanitario e gli ospiti delle Rsa“, secondo Locatelli. “Sarà la campagna vaccinale più imponente della storia, ma si stanno studiando tutti i dettagli in termini logistici e di distribuzione. Chi dice che la pianificazione è partita in ritardo afferma il falso“.