> > Vita indipendente e tempo libero nella disabilità

Vita indipendente e tempo libero nella disabilità

vita indipendente e tempo libero disabiltià

Ne "La Casa Condivisa" il tempo libero è considerato una dimensione “attiva” e di importanza fondamentale nella vita delle persone con disabilità.

Il tempo libero comporta, per tutti, scelte, decisioni, imprevisti ed è parte del processo di autodeterminazione delle persone.

Quando parliamo di tempo libero e disabilità cognitiva molto spesso incontriamo una visione di tipo assistenziale in cui si tende a dare risposte univoche e di gruppo e a proporre attività che, oltre a non tener conto dei desideri e delle esigenze del singolo, non coinvolgono la persona con deficit nel reale processo decisionale. Pensiamo ad esempio ad un gruppo di persone che viene portato ad assistere ad un concerto o a vedere una mostra che non ha scelto, di cui sa poco o nulla, con una modalità quasi “didattistica”: in questa dimensione il tempo libero viene considerato più come un tempo da “occupare” che da vivere in modo partecipativo, di cui si è più spettatori e fruitori passivi che attori e diventa una sorta di tempo sospeso.

La soluzione “di gruppo” non può essere l’unica risposta. Il tempo libero per le persone con disabilità è prezioso e come tale va vissuto e sfruttato. È un’occasione potente non solo come ambito esistenziale, ma anche progettuale in quanto consente di incontrare in modo funzionale molteplici occasioni per socializzare, comunicare, relazionarsi, apprendere (gestione del denaro, orientamento nel tempo, nello spazio, cura personale, estetica, abilità sociali, linguaggio…).

Esiste un altro approccio, diverso, di chi considera il tempo libero come una dimensione “attiva” e di importanza fondamentale nella vita delle persone con disabilità: un tempo che può divenire occasione per potenziare ed esercitare la loro libertà di decidere, di essere inclusi nella società, di partecipare in maniera dinamica delle attività scelte.

fondazione condivivere

Fondazione Condivivere lavora per far acquisire alle persone con deficit, nel rispetto delle singole originalità, le capacità utili per vivere una vita autonoma e indipendente e per realizzarsi nella società come persone con diritti e dignità alla pari degli altri: all’interno di questa mission, particolare attenzione è posta alla dimensione del “tempo libero” come opportunità e come esperienza inclusive.

In particolar modo Fondazione sta lavorando per creare una rete di volontari che condivide interessi per piacere e non per “dovere”. La scelta è quella di sostenere la nascita di rapporti amicali e di legami emotivi che portano al desiderio e alla possibilità di incontrarsi nel tempo libero, tra amici. L’organizzazione delle attività è attiva e partecipe, non si tratta di un “accompagnare” ma di un decidere cosa fare, e di “farlo insieme” con tutto quello che comporta in termini operativi, progettuali.

Un esempio è ciò che avviene ne “La Casa Condivisa”, un progetto della Fondazione che rappresenta la sperimentazione di una coabitazione dove persone con e senza disabilità condividono un appartamento: qui la dimensione amicale, la sincerità dei rapporti sono il tratto distintivo. È questo il luogo dove il tempo libero, inteso come condivisione di interessi, rapporto di amicizia e autodeterminazione di sé stessi trova una delle sue maggiori espressioni pratiche. I coinquilini durante il giorno sono al lavoro o all’università e si incontrano al loro ritorno, per condividere i momenti di vita comune in casa e fuori casa: cenano, fanno le pulizie, la spesa, decidono di fare cose insieme nel tempo libero.

fondazione condivivere 2

Il tempo libero di una persona con deficit deve essere un’occasione per compiere un passo avanti nel continuo percorso verso la sua emancipazione, in un mondo inclusivo, nel rispetto delle sue particolarità. Non possiamo pensare che “vedere un film” o “andare a un concerto” implichi meno decisioni per una persona con deficit di quelle che comporta per una persona senza disabilità. L’inclusione nel mondo di tutti esige un cambio di prospettiva anche nel pensare e organizzare il tempo libero, come parte fondamentale della quotidianità.

Nella Casa Condivisa si decide insieme, sulla base di interessi comuni, quale film andare a vedere al cinema o a che concerto partecipare. Ci si divide i compiti organizzativi come l’ordinare i biglietti on line. Si va al cinema prendendo i mezzi pubblici dopo aver deciso l’orario in base agli impegni. Si decide di mangiare fuori ma solo se ciò è possibile perché magari qualcuno per quella settimana ha sostenuto già altre spese… Durante le cene e la notte è garantita la presenza dell’inquilino senza disabilità.

L’educatore è una presenza legata solo ad alcuni momenti di supervisione settimanale o di affiancamento finalizzate alla gestione della casa e come mediatore per favorire la creazione di relazioni positive tra inquilini e persone del condominio e del quartiere.

L’obiettivo perseguito dalla Fondazione e da Aemocon, il comitato Scientifico che ne sviluppa i progetti pedagogici, è una vita autonoma e indipendente, nel rispetto e nel sostegno delle originalità di ciascuno, rispettando le particolari necessità, le specificità di ogni singola persona e della sua famiglia, preservando il principio di inclusione ed evitando di giungere a condizioni segreganti.