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Genovese, Daniele Leali: "Non ho mai cercato di comprarla"

Daniele Leali

Il racconto di Daniele Leali, che ha aggiunto nuovi dettagli sul caso Genovese in un'intervista a Fanpage.it.

Si chiamava “Sentimentolandia” il progetto di business più ampio messo in atto da Alberto Genovese, svolto tutto nell’attico di piazza Santa Maria Beltrade. Una specie di paese dei balocchi, con grandi feste e tanta droga. Daniele Leali, amico e socio di Genovese, ha raccontato a Fanpage.it nuovi dettagli su quanto accaduto.

Daniele Leali su Genovese

So che aveva già comprato un altro spazio nello stesso palazzo ma in un’altra scala. Quel nome lo aveva trovato lui, pensava di chiedere le licenze per renderlo un luogo anche da affittare ad altri” ha spiegato Leali, che si dichiara innocente ma è indagato per spaccio nell’ambito dell’indagine dello stupro di una 18enne avvenuto a Terrazza Sentimento. “Sono sicuramente una delle persone che è stata più vicina ad Alberto negli ultimi mesi, abbiamo fatto vacanze, feste e serate assieme. Mi sono sempre sembrate situazioni normali. Certo nessuno nega che ci fosse droga ma non so chi la comprasse e chi la vendesse” ha continuato Leali. “Io aspetto con ansia di poter essere sentito in procura perché al momento non sono mai stato convocato e non c’è nessuna mia dichiarazione ufficiale in un atto giudiziario. Vorrei raccontare cosa so di tutta questa storia” ha aggiunto Leali. La vittima di Genovese lo ha accusato di aver cercato di “comprare il suo silenzio” con un’offerta economica. Questa versione è stata completamente smentita dallo stesso Leali, che ha risposto con una querela per calunnia.

Durante l’unico incontro che ho avuto con lei prima di partire per Bali le ho solo fatto presente che Alberto e i suoi legali erano interessati a mettersi in contatto con i suoi avvocati per trovare un accordo economico. Accordo poi saltato perché Alberto è stato arrestato e non c’è stata occasione per le parti di confrontarsi” ha affermato. La scelta della vittima di esporsi pubblicamente rimanendo in anonimato ha indispettito Leali, a cui non è stato concesso un confronto in diretta. Una parte delle sue ospitate era gestita dalla Atena srl, società che fa capo a Fabrizio Corona, che ha svolto un lavoro di agenzia per alcune accusatrici di Genovese. “Non è strano che tutte queste ragazze vadano in televisione grazie a Corona? Forse bisognerebbe indagare su questa dinamica. Penso che il collegamento tra loro sia Elisa Rivoira , che stando alle foto pubblicate sui social frequenta casa Corona. Motivo per cui anche lei partecipa alle ospitate in tv” ha dichiarato Leali. “C’è sicuramente gente che ne sta approfittando e cerca di ottenere soldi e popolarità. Anche io ho lavorato con la Atena attraverso il contatto di Corona. Ha discusso con il mio avvocato i termini anche economici delle mie partecipazioni. Però la nostra collaborazione lavorativa non è andata bene. Mettiamola così, si devono sempre rispettare gli accordi tra le parti” ha concluso Leali.