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Parma, morto il boss della Camorra Raffaele Cutolo: aveva 79 anni

morto Raffaele Cutolo

Il boss Raffaele Cutolo, noto per aver fondato la Nuova Camorra organizzata è morto all’età di 79 anni.

È morto nel carcere di Parma il boss della Camorra Raffaele Cutolo. Il noto boss che si trovava in carcere a Parma, era sottoposto da 25 anni al regime del 41 bis. A rendere nota la notizia fonti della Polizia Penitenziaria.

Morto il boss Raffaele Cutolo

Raffaele Cutolo, noto boss della Camorra è morto all’età di 79 anni presso il carcere di Parma. Da 25 anni Raffaele Cutolo, si trovava recluso in regime di 41 bis. Ciò lo ha reso il carcerato più anziano ad essere sottoposto al regime di carcere duro. Da tempo il boss della Nuova Camorra era malato e si trovava ricoverato presso il reparto sanitario del penitenziario. A seguito dell’aggravarsi delle condizioni di salute di Cutolo, erano stati chiesti gli arresti domiciliari, i quali sono stati però successivamente negati dai magistrati lo scorso 12 maggio.

Ad agosto le condizioni di salute del boss si sono aggravate ulteriormente, cosa che lo ha portato ad un nuovo ricovero, poi la morte di Cutolo sopraggiunta il 17 febbraio. Stando a quanto appreso, i giudici hanno motivato la negazione degli arresti domiciliari al boss della Camorra dichiarando che: “la presenza di Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali che si rifanno tuttora alla Nco, gruppi rispetto ai quali Cutolo ha mantenuto pienamente il carisma“. Nonostante l’età avanzata del boss, Cutolo era considerato un simbolo della criminalità organizzata e “per tutti quei gruppi criminali che continuano a richiamarsi nel suo nome”, hanno scritto i magistrati.

Saviano: “Era morto da anni”

Subito dopo la morte di Raffaele Cutolo lo scrittore Roberto Saviano è intervenuto con una diretta su Instagram dove ha parlato in modo approfondito su Cutolo: “ha fatto una vita infernale. Era già morto da anni, chiuso nella tomba del 41bis. È stato un capo sempre in carcere, tranne per un brevissimo periodo in cui evase dal manicomio di Aversa. Molti penseranno che sia difficile comandare dal carcere, niente di più falso”.

Saviano ha proseguito parlando di come nel periodo di maggiore attività riuscì ad ottenere un grande consenso dalla politica: “riuscì a ottenere dalla politica un grande consenso, una grande alleanza, soprattutto dalla politica democristiana, ma non soltanto. Proprio perché in carcere. Quando accusavano i potentati campani di essere con lui, loro rispondevano ‘ma se è in carcere. La Dc negoziò con Cutolo per liberare” Ciro Cirillo, rapito dalle Brigate Rosse nel 1981. “Cutolo allora parla con i brigatisti e inizia a far accoltellare i militanti di estrema sinistra in carcere” per convincerli. “Si fa amico dello Stato e amico dei terroristi. In quel momento pensa di avere in mano lo Stato, ma lo Stato iniziò a isolarlo e lo mandò all’Asinara in isolamento”.

Infine una riflessione su Twitter dove ha scritto che Cutolo in vita fu più potente di un “primo ministro. Un potere che lo tenne in carcere tutta la vita. I segreti, che si porta nella tomba,- non riuscirono a ricattare il potere politico che l’aveva usato. Uomo violento e disperato partorito da un territorio violento e disperato”.