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Covid, la variante inglese è divenuta quella dominante

Coronavirus

Covid, la variante inglese è quella dominante in Lombardia: a provarlo alcune analisi effettuate su 213 sequenze del virus.

Che i contagi da Covid siano in aumento è un dato di fatto: a contribuirne la velocità sono soprattutto le molteplici varianti presenti in Italia. Tuttavia, quella inglese risulta essere la dominante, in modo particolare in Lombardia. A dimostrarlo sono i numeri e alcune analisi effettuate su 213 sequenze del virus. Al 18 febbraio 137 risultavano essere già “inglesi”. Dallo scorso febbraio, la variante inglese ha raggiunto il 70% in Italia e adesso ha probabilmente terminato il suo percorso, portando anche diversi decessi. Tra i vari danni apportati dalla mutazione inglese, altri, di proporzioni sempre maggiori, devono ancora palesarsi. Ci renderemo conto di ulteriori ripercussioni, almeno, fino al prossimo 20 marzo.

Covid, la variante inglese è la dominante

La variante inglese del coronavirus è la dominante. A dimostrarlo un report dell’Istituto superiore di sanità riguardante la “prevalenza delle varianti” risalente allo scorso 18 febbraio. Dalla ricerca si evince che la dominanza della mutazione britannica aveva raggiunto il 54% in Italia. Prendendo spunto da tale dato, l’epidemiologo Carlo La Vecchia (professore di Statistica medica presso l’università di Milano) ha spiegato, tramite alcune dichiarazioni riportate da Corriere.it: “Con tutta probabilità dalla metà di febbraio a oggi la prevalenza della variante “inglese” sarà arrivata al 65-70 per cento. Ciò significa che, di base, più di questo non potrà espandersi ancora molto”.

La situazione in Lombardia

Non solo in Lombardia quindi: la terza ondata di coronavirus che sta colpendo l’intera Italia è prettamente “britannica”. La Fondazione Bruno Kessler, Iss e il ministero della Salute hanno coordinato una cosiddetta “indagine rapida” per fare il punto della situazione sui contagi e le varianti, sequenziando quasi 1.300 campioni di virus prelevati da pazienti positivi. Un lavoro “mastodontico”, se si considera che è stato svolto in almeno cento laboratori d’Italia. In Lombardia, sull’analisi di 213 sequenze di virus, è stato reso noto al 18 febbraio, che 137 risultavano essere di variante inglese.