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Italo Svevo: il pensiero e il riassunto delle opere dello scrittore

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Sono passati poco più di 90 anni dalla morte di Italo Svevo, lo scrittore del '900 che ha contribuito alla nascita del romanzo contemporaneo attraverso le sue opere.

Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz, è stato uno scrittore italiano, autore di tre romanzi, numerosi racconti brevi e opere teatrali. Le sue opere, a cavallo tra ‘800 e ‘900, già contengono tutti i temi fondamentali della letteratura contemporanea che si rifanno alla psicanalisi di Freud. Inoltre, essendo nato a Trieste, rappresenta la cultura mitteleuropea.

La biografia in breve di Italo Svevo

Italo Svevo (pseudonimo di Ettore Schmitz) nacque a Trieste il 19 dicembre 1861 da una famiglia ebraica borghese. Essendo il padre di origini austriache e la madre di origini italiane, lo scrittore apprese una formazione culturale legata a tutti e due gli stati. Il nome d’arte poi acquisto infatti deriva dall’italiano con “Italo” ed invece “Svevo” dal popolo degli svevi. La sua istruzione elementare fu caratterizzata dallo studio bilingue, di tedesco e italiano. In seguito, venuto il tempo delle superiori, si trasferisce in Baviera per 5 anni per seguire gli studi commerciali. Qui, leggendo racconti di cultura tedesca, si avvicinò al mondo di Schopenhauer.

Al suo ritorno a Trieste, a causa del fallimento dell’attività familiare, incominciò a lavorare nella Banca Union di Vienna dove restò per diciotto anni. Nel frattempo scrisse recensioni teatrali e articoli filosofici e letterari per il giornale “L’indipendente“. In seguito si dedicò anche alla letteratura italiana e quella francese di Zola, Balzac e Flaubert. Nel 1896 pubblicherà il suo primo romanzo “Una vita” e quattro anni dopo sposa sua cugina Livia Veneziani. Nel 1898 pubblicherà il suo secondo romanzo “Senilità” e anch’esso sarà ignorato dalla critica. Svevo conobbe così un ulteriore insuccesso letterato. Nel 1899, dopo due anni dalla nascita della figlia Letizia, diventa direttore della fabbrica del suocero (industria vernici per imbarcazioni). Fu costretto poi a spostarsi molto all’estero dove imparerà l’inglese. Qui conobbe Joyce che lo incoraggiò a scrivere “La Coscienza di Zeno“. La sua narrativa comincerà poi ad essere apprezzata grazie ad un articolo redatto da Montale dove parlava di lui. Morirà il 13 settembre 1928.

Italo Svevo: il riassunto delle opere

L’autore, nei suoi romanzi, riflette sui vizi, sulla mentalità e le nevrosi della società borghese. Le sue opere letterarie sono:

  • Una vita: questo primo romanzo è stato pubblicato nel 1892. Il protagonista è Alfonso Nitti, un intellettuale che non è in grado di agglomerati con la società che lo circonda tanto da spingerlo al suicidio.
  • Senilità: questo romanzo (secondo in ordine cronologico) è stato pubblicato nel 1898. Il protagonista è Emilio Brentani che si rinchiude in una precoce, malinconica e solitaria vecchiaia.
  • La coscienza di Zeno: questo romanzo (il terzo in ordine cronologico) è stato pubblicato nel 1923. Il protagonista è Zeno Cosini che cerca in tutti i modi di curare la sua nevrosi tramite la psicanalisi.
  • Profilo autobiografico: questa è appunto una autobiografia pubblicata nel 1927. L’autore parla in terza persona di sè.
  • Il vecchione o la confessione del vegliardo: questo romanzo, che resterà incompiuto, è il seguito di La coscienza di Zeno, dove il protagonista sarà ormai divenuto vecchio.

Italo Svevo: il pensiero

Nei suoi primi romanzi, specialmente in “Una vita“, l’autore resta legato ai modelli realisti e e naturalisti dei poeti francesi. I paesaggi, invece, dove sono immedesimati i personaggi, sono descritti in modo reale e preciso. Per quanto riguarda l’indagine sociale, in “Una vita” compare un’ impronta dell’influsso delle teorie darwiniane ed invece, in “Senilità“, l’autore si concentra sull’andare in fondo alla psiche condotta da Schopenhauer. Per quanto riguarda questi due romanzi, vengono scritti in terza persona e la struttura segue l’ordine cronologico dei fatti accaduti.

Per quanto riguarda invece, il più famoso e celebre libro, “La coscienza di Zeno“, Svevo scardina lo stile narrativo ottocentesco. Il racconto è narrato in prima persona ed esprime, nel dettaglio, la coscienza, appunto, del protagonista. Il narratore non è onnisciente, vive i momenti e li scopre insieme a chi legge. Per quanto riguarda il tempo, viene annullato l’ordine cronologico, poiché passato dal presente al passato e viceversa.

Esiste, quindi, il fenomeno dell’analessi, dove l’autore cambia in modo repentino il luogo e il tempo in cui avvengono i fatti descritti. Infine, l’io narrante (ovvero Zeno all’età di 57 anni) è diverso dall’io narratore (Zone nel fiore della sua giovinezza). Per quanto riguarda lo stile, utilizza un linguaggio non letterario comunque molto espressivo. Le sue opere non mancano di punti ironici e di un linguaggio libero, spontaneo e privo di ogni tipo di formalismo.