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Tangentopoli: tutta la storia dello scandalo corruzione in Italia

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Lo scandalo Tangentopoli, chiamato anche "Mani Pulite", fu una delle più grandi inchieste sulla corruzione mai svolte nei confronti della politica italiana.

La storia di Tangentopoli venne a galla il 17 febbraio 1992, quando Antonio Di Pietro, un giovane pubblico ministero, decise di chiedere al GIP di Milano che Mario Chiesa venisse catturato. Si parlava di un noto membro del Partito Socialista Italiano. Da questo momento partì Mani Pulite, la prima grande inchiesta del PM. Tutte le tappe evolutive di uno dei capitoli sulla corruzione più bui della storia italiana.

Tangentopoli: tutta la storia

Bettino Craxi, in quel momento presidente del Partito Socialista, definì Mario Chiesa come una sorta di scheggia impazzita, un unico caso isolato all’interno di un partito sano. Come risaputo, la storia e l’inchiesta Mani Pulite hanno portato alla luce uno dei casi di corruzione politica più grandi di tutta la storia d’Italia. A causa di un aumento esponenziale di denunce, non solo interne al partito, anche Democrazia Cristiana ebbe un crollo di voti, a favore dell’opposizione, come quella dell’allora giovane Lega Nord.

In altre parole venne a crearsi un equilibrio molto fragile in Parlamento, che risultando debole, portò alle elezioni anticipate a distanza di soli due anni. Intanto sul fronte dell’inchiesta, in pochi mesi questa comincia a mietere vittime ovunque, e dopo soli tre mesi, nell’aprile del ’92, cominciano una serie di arresti di industriali appartenenti sia alla maggioranza che all’opposizione.

Questa fu solo la prima parte di Tangentopoli, che con un effetto domino andò a colpire in poco tempo anche moltissimi politici, alcuni molto noti, messi al bando direttamente dai leader del partito di appartenenza. Il clima respirato in quel periodo era tutt’altro che piacevole, e molte sedie stavano cominciando a tremare. Nel settembre del ’92 arriva anche un suicidio, quello di Sergio Moroni, che portò il suo grande amico Bettino Craxi (interpretato nel film “Hammamet” da Pierfrancesco Favino) a definire la situazione come quella di un clima infame.

Mani pulite: 1993

L’indagine prosegue per mesi a ritmo sostenuto, portando a galla sempre più casi di corruzione in ogni ambiente possibile e immaginabile, senza distinzioni geografiche, da Nord a Sud. Moltissimi procedimenti furono istituiti anche contro Severino Citaristi, l’allora tesoriere della DC, e la Pubblica Amministrazione ne uscì a pezzi, a causa del coinvolgimento di moltissimi parlamentari, ma anche di altrettanti amministratori locali.

In quel momento il governo Amato assiste ad un altissimo numero di dimissioni, perché lo stesso Amato sollecitò tutti parlamentari sotto inchiesta ad abbandonare i rispettivi incarichi. Una sorta di presa di responsabilità. Ed è in questo frangente che moltissimi appartenenti al PSI cominciano a costituirsi, portando a galla una verità sconcertante.

Stiamo parlando del “conto protezione”, ovvero un finanziamento illecito il cui destinatario era proprio il partito socialista. La testa del serpente in quel momento era proprio Bettino Craxi, mentre Martelli il precettore materiale.

Corruzione: la situazione in Italia

Quella di Mani Pulite è stata l’inchiesta sulla corruzione più importante in assoluto, non priva di errori. A distanza di anni infatti, alcuni dei nomi inquisiti dell’epoca, sono stati assolti, anche se per costoro oramai il danno era stato fatto. Ciò non significa che la portata del fenomeno della corruzione dell’epoca non avesse le dimensioni venute alla luce.

Ad oggi, tale corruzione in Italia è ancora presente, e il pericolo è sempre concreto, ma non può essere certamente paragonata a quanto portato a galla dalla storia di Tangentopoli, dove di fatto rappresentava un meccanismo collaudato che regolava ogni frangente della vita pubblica.