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Pompei, ritrovato antico carro per le nozze

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Il carro per le nozze ritrovato a Pompei sarebbe stato utilizzato dai nobili durante le cerimonie di nozze.

Durante gli scavi della Villa di Civita a Pompei è stato ritrovato un antico carro dipinto di rosso con decorazioni a sfondo erotico, probabilmente riconducibile a una festa di nozze. Sorpreso il responsabile degli scavi: “Una scoperta mai vista in Italia”. “Frutto della cultura e della ricerca” commenta il Ministro della Cultura Dario Franceschini.
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Carro da nozze ritrovato a Pompei

Gli scavi in atto nella villa Civita Giuliana di Pompei regalano sempre qualcosa di speciale: gli archeologi hanno ritrovato un carro antico completo, dipinto di rosso e decorato con temi erotici, riconducibili a festeggiamenti per le nozze.

Destinato forse al culto di Venere, il carro cerimoniale si presenta elegante, raffinato e leggero per i tempi. A livello cromatico spiccano altre decorazioni in bronzo e in stagno, con tracce delle funi per reggere le corone di fiori.

Secondo Massimo Osanna, responsabile scientifico dello scavo, potrebbe trattarsi di un Pilentum, ossia di un carro cerimoniale descritto in molte fonti antiche come Claudiano, utilizzato soprattutto dalla nobiltà come “auto” di rappresentanza.

Per l’Italia è un unicum. Uno così in Italia non si era mai visto. Il confronto potremmo farlo con una serie di carri ritrovati in una tomba della Tracia, al confine con la Bulgaria“, ha poi affermato l’archeologo.

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Franceschini: “Scoperta di valore scientifico”

C’è molto orgoglio e soddisfazione nelle dichiarazioni rilasciate dal ministro della Cultura Dario Franceschini: “Si tratta di una scoperta di grande valore scientifico. Un plauso e un ringraziamento al Parco Archeologico di Pompei, alla Procura di Torre Annunziata e ai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale per la collaborazione che ha scongiurato che reperti così straordinari fossero trafugati e illecitamente immessi sul mercato”.

Pompei continua a stupire con le sue scoperte e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare. Ma soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e contemporaneamente si può fare ricerca, formazione e studi“. Così conclude Franceschini.