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Decreto lavoro e incontro fra Giorgia Meloni e i sindacati: i punti da chiarire

Maurizio Landini è stato il più polemico sulla bozza del Decreto lavoro

I punti da chiarire su Decreto lavoro dopo le aperture su taglio del cuneo e detassazione per i fringe benefit: dove manca l'accordo

Oggi è di fatto una giornata cruciale per il futuro prossimo dell’Italia e sul Decreto lavoro dopo incontro fra Giorgia Meloni e i sindacati restano dei punti da chiarire. I passaggi del Cdm del Primo Maggio che l’esecutivo dovrà limare e perfezionare dipendono molto dal confronti avuto ieri sera dalla premier con i sindacati Cgil, Cisl, e Uil. Le posizioni sono nette ma non divaricate come 48 ore fa.

Decreto lavoro, ecco i punti da chiarire

Per Giorgia Meloni fare un Consiglio dei ministri a tema lavoro nella giornata di oggi significa dare un segnale al Paese, una “dimostrazione dell’attenzione del governo al tema”. I sindacati invece ci hanno visto una mancanza di rispetto verso i tradizionali comizi delle parti sociali: “Un atto di arroganza e offensivo”. E nel merito? La presidente del Consiglio parla di dialogo costruttivo e serio ma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini continua a pensare ad una mobilitazione generale. Peserebbe anche la scelta di convocare i sindacati la sera prima dell’approvazione del decreto.

Landini il più intransigente di tutti

Ha detto Landini: “Abbiamo posto il tema che un confronto non può avvenire la domenica sera e la sera prima che il Cdm decida: è un problema anche di sostanza. E non abbiamo visto alcun testo, anche questo non è un metodo per noi accettabile. Vuol dire non riconoscere ai sindacati il ruolo che possono svolgere”. Le misure chiave sono: taglio del cuneo fiscale fino a sette punti per chi guadagna meno di 25 mila euro, tetto per la detassazione dei fringe benefit che sale a tremila euro per i lavoratori con figli a carico e l’ormai certo addio al reddito di cittadinanza. Poi ci sono gli incentivi alle imprese che assumono i beneficiari del sussidio e una revisione su contratti a termine e voucher. I sindacati vedono il rischio che aumenti la precarietà ed il governo vede il sintomo che aumenti l’offerta.

I pareri di Bombardieri e Sbarra

Sullo smantellamento del Reddito di cittadinanza Pierpaolo Bombardieri della Uil ha detto: “L’incontro con la premier Meloni è andato bene per ciò che riguarda le risorse sul cuneo fiscale, non è andato bene per ciò che riguarda la precarietà. Va rimodulato nella parte che riguarda le politiche attive del lavoro, ma come in tutta Europa dobbiamo mantenere un livello di sostegno per chi ha bisogno. I poveri sono raddoppiati, le diseguaglianze aumentano”. E il segretario della Cisl, Luigi Sbarra ha chiosato: “Il governo deve cambiare impostazione attraverso un confronto serio“.