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Diciotti, sbarcati i 137 migranti: cosa rischia Salvini

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Dopo cinque giorni, sono sbarcati i 137 migranti. Salvini, attualmente indagato, ha avvertito: "La prossima nave può fare marcia indietro e tornare"

Svolta per la nave Diciotti. Dopo cinque giorni dall’attracco presso il porto di Catania, nella notte tra il 25 e il 26 agosto 2018 sono stati fatti sbarcare tutti i 137 migranti a bordo. In seguito all’identificazione e al trasferimento nell’hot-spot di Messina, i migranti verranno distribuiti tra Chiesa italiana, Albania e Irlanda. Ad ogni paese spetterà una ventina di uomini. Ad annunciare la svolta era stato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Ma immediatamente ha avvertito: “La prossima nave può fare marcia indietro e tornare”. Nel frattempo, su di lui grava l’accusa di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Sui social risponde: “State tranquilli, non ho paura di nulla. Indaghino, mi interroghino, mi arrestino. Io sono fiero di battermi in difesa dei confini, tutelare la sicurezza degli italiani e proteggere il futuro dei nostri figli. Vi voglio bene”.

Sbarcati i migranti della Diciotti

Notte di liberazione per i 137 migranti che da cinque giorni attendevano questo momento presso il porto catanese. Lo sbarco è iniziato poco dopo la mezzanotte di domenica 26 agosto. I primi a scendere sono stati 12 giovanissimi, presi in consegna da personale della Croce Rossa. Prima dell’annuncio di Salvini, l’ufficio di Sanità marittima di Catania aveva ordinato lo sbarco immediato di 11 donne e sei uomini, di cui due con sospetta tubercolosi. Delle undici eritree, quattro avevano però scelto di rimanere sull’imbarcazione con i propri familiari.

Le undici donne eritree, inoltre, sono segnalate per l’evacuazione medica: sarebbero state violentate in Libia. I medici hanno accertato i segni delle violenze subite nei centri dei trafficanti di esseri umani e disposto il ricovero delle vittime nell’ospedale Garibaldi di Catania. Tante le donne costrette alla tortura nei “lager” libici. Dei sei uomini sbarcati, invece, due saranno ricoverati per una sospetta tubercolosi, gli altri per una polmonite.

Distribuzione dei migranti

“C’è un popolo che è stufo di essere servo: bloccare l’immigrazione clandestina non è un diritto ma un dovere di un ministro. Abbiamo fatto e speso anche troppo. Lo dico soprattutto al popolo della rete: per fortuna che esiste, non possono imbavagliare nessuno”. Così ha commentato Salvini annunciando lo sbarco dei migranti.

Come annunciato dal collega Moavero, Salvini ha confermato che 20 dei migranti andranno in Albania. “Il governo albanese si è dimostrato migliore di quello francese. E io dico grazie agli albanesi e vergogna ai francesi”, ha detto determinato il ministro leghista. La restante parte dei profughi “andrà in uno-due altri Paesi. Ma la maggioranza, e ci ho lavorato personalmente mentre gli altri insultavano, sarà ospitata a cura dei vescovi della Chiesa italiana”, ha fatto sapere il vicepremier.

Tale soluzione è stata confermata dalla Cei. Infatti, ha fatto sapere che la Chiesa italiana “garantirà l’accoglienza ad un centinaio di migranti della nave Diciotti”. “L’accordo con il Viminale è stato raggiunto per porre fine alle sofferenze di queste persone in mare da giorni”, hanno spiegato. L’Irlanda, invece, “accetterà 20-25 migranti della Diciotti. La solidarietà europea è importante e questa è la cosa giusta da fare“. Lo ha annunciato attraverso un tweet il suo ministro degli Esteri irlandese.

Scontri a Catania

Nella serata di sabato 25 agosto alcune centinaia di manifestanti hanno protestato davanti alle forze dell’ordine schierate a protezione della nave Diciotti.

I dimostranti hanno chiesto di far sbarcare i migranti ancora a bordo. Hanno tentato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine e si sono scontrati con gli agenti. Così un poliziotto e tre manifestanti (due ragazzi e una ragazza) sono rimasti feriti nella colluttazione.

Salvini indagato

Sabato 25 agosto il ministro dell’Interno è stato formalmente indagato dai procuratori di Agrigento per l’inchiesta sui migranti bloccati da giorni a bordo della Nave Diciotti.

L’indagine sul caso Diciotti non è così più a carico di ignoti. Ora è esplicitamente indirizzata contro Salvini. Il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e il sostituto Salvatore Vella, invieranno il fascicolo al tribunale dei ministri di Palermo. Il leader del Carroccio dovrà rispondere a diverse accuse di reato. E’ indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Tra gli indagati c’è anche il capo di gabinetto del ministro. La procura di Catania ha aperto un fascicolo. Saranno necessari accertamenti preliminari per vedere se siano ipotizzabili reati. Questi potrebbero poi portare alla apertura di un’inchiesta vera e propria. La dda di Palermo, invece, ha aperto un fascicolo per associazione a delinquere “finalizzata al traffico di migranti” e associazione a delinquere “finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.

Il ministro stesso si è apertamente assunto la responsabilità della scelta. In un post su Facebook ha dichiarato: “Perché aprire un’inchiesta contro ignoti? Io mi autodenuncio, sono qua, sono ministro dell’Interno e ritengo mio dovere difendere la sicurezza e i confini del nostro paese”.

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Cosa rischia il vicepremier

L’alta carica assunta da Matteo Salvini non lo esonera dall’eventuale accusa di fronte a reati commessi nell’esercizio delle sue funzioni, ma solo ad alcune condizioni.

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L’articolo 96 prevede che il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria. “Previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale”.

Secondo le due leggi che disciplinano la materia (la legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1 e la legge n. 219 del 1989), un’eventuale indagine sull’operato del ministro dell’Interno diventerebbe subito di competenza del tribunale dei ministri. Non si tratta di una corte speciale, ma una sezione specializzata del tribunale ordinario. È competente per i reati commessi dal presidente del Consiglio dei ministri e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni, i cosiddetti “reati ministeriali”.

Il tribunale può disporre l’archiviazione con decreto non impugnabile. In caso contrario, trasmetterà gli atti con relazione motivata al procuratore della Repubblica per la loro immediata rimessione al presidente del ramo del Parlamento competente. Nel caso di Salvini, che è membro del Senato, gli atti verrebbero trasmessi a Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Gli inquisiti non possono essere sottoposti a misure limitative della libertà personale, a intercettazioni telefoniche o sequestro o violazione di corrispondenza. Eccetto nel caso in cui venissero colti nell’atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l’ordine di cattura. Dal momento che Salvini è uno dei leader della maggioranza parlamentare, sembra al momento del tutto improbabile che il Senato la approvi a maggioranza assoluta. Naturalmente, ammesso che venga chiesta l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti.

Le dimissioni del presidente Aifa

Il presidente dell’agenzia del farmaco lascia il suo incarico e lo fa con una lettera rivolta al ministro Grillo. “Non mi è possibile tollerare che alcune persone vengano trattate in questo modo sul nostro territorio, dove esiste un sistema universalistico di garanzia della salute”, si legge.

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Dopo aver polemizzato per i cattivi trattamenti dei migrati a bordo della Diciotti, Stefano Vella ha dichiarato le sue dimissioni “irrevocabili”. “Uomini e donne si vedono negare la possibilità di ricevere cure indispensabili e vengono lasciati in condizioni igieniche intollerabili”, ha commentato. Quindi ha fatto sapere: “Questa sequenza di fatti rende deontologicamente incompatibile la mia permanenza ai vertici di un’istituzione che si occupa di salute, inclusa quella delle persone più fragili e marginalizzate”. Nei riguardi del governo ha fatto sapere che “nel portare avanti il condivisibile principio di un’equa accoglienza dei migranti nell’Ue mette a repentaglio la vita di persone nate in Paesi economicamente svantaggiati o segnati da conflitti infiniti”. Così si legge su carta intesta Aifa.