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Divorziati risposati: comunione solo a chi non fa sesso

divorziati sposati

Divorziati sposati, secondo il Cardinale Ennio Antonelli, chi è almeno al secondo matrimonio può accedere alla comunione solo se non fa sesso

Per i divorziati sposati è possibile accedere alla comunione solo ed esclusivamente se non sono attivi sessualmente. Questo è l’illustre parere del cardinale Ennio Antonelli, già presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia. Nel suo libro Crisi del matrimonio ed eucarestia (Edizioni Ares), viene proprio detto questo. Soltanto così, si può chiudere occhio di fronte ad una caduta o ricaduta.

Divorziati sposati e comunione

I divorziati sposati possono accedere alla comunione. Ma solo alla condizione di non consumare rapporti sessuali con nessuna persona. Questo è quanto viene detto e scritto nel libro del Cardinale Ennio Antonelli Crisi del matrimonio ed eucarestia. Secondo l’autorevolissimo parere del cardinale Antonelli, le unioni illegittime dei divorziati risposati e dei conviventi sono fatti pubblici e manifesti. La Chiesa, pertanto, le disapprova in quanto situazioni di peccato oggettivo. Se, per assurdo, “le approvasse quasi fossero il bene che al momento è possibile per essi, devierebbe dalla legge della gradualità alla gradualità della legge, condannata da san Giovanni Paolo II”.

È tuttavia possibile che i conviventi soggettivamente non siano pienamente responsabili. Infatti molte sono le situazioni della vita, influenzato in continuazione dai condizionamenti esistenziali e culturali, psichici e sociali. Non solo, è possibile anche che due conviventi siano in grazia di Dio. Quindi, avrebbero le disposizioni interiori necessarie per ricevere l’Eucaristia. Non si può, però, presumere tutto questo a priori. Questa situazione positiva deve essere verificata con un attento discernimento secondo la legge della gradualità. Insomma, sarebbe necessario verificare se i conviventi realmente sono decisi a salire “verso la vetta della montagna, che per essi è la perfetta continenza sessuale”.

Soltanto se c’è questo impegno sincero di conversione, eventuali passi falsi, eventuali ricadute nei rapporti sessuali possono comportare delle attenuanti nelle responsabilità. E quando nella Chiesa, sotto la guida dei suoi uomini, si legge e si interpreta correttamente la Sacra Scrittura, il Cristo risorto rivolge ancora la sua parola, il suo messaggio, agli uomini. Quindi, non vi è solo una dottrina, ma anche un incontro e un evento di grazia, che suscita la fede, rigenera chi ascolta e lo fa passare “dalla morte alla vita, raduna il popolo di Dio e lo conduce per le sue vie”.

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Cambiamento pastorale

Secondo il cardinale, è fortemente caldeggiato dai media un deciso cambiamento pastorale. Questo, “è largamente atteso dall’opinione pubblica e anche da molti cattolici, laici e chierici”. Ma il cambiamento pastorale deve essere ispirato dal desiderio di rendere la Chiesa più accogliente e attraente verso i tanti individui feriti dalla crisi del matrimonio, largamente diffusa nella nostra società.

Ennio Antonelli

Antonelli, legato al movimento dei Focolarini, si è laureato in lettere classiche all’Università di Perugia. Successivamente, è stato per alcuni anni docente di Lettere e Storia dell’arte presso il liceo classico e nell’istituto d’arte. Dal 1968 al 1983 ha insegnato Teologia dogmatica all’istituto teologico di Assisi, e ha ottenuto cattedre nelle scuole di formazione teologica in varie diocesi dell’Umbria. Come segretario generale della Cei, è stato a lungo il braccio destro di Camillo Ruini, leader dell’episcopato.
Nell’ultima fase del pontificato di Giovanni Paolo II, Ennio Antonelli si è dedicato particolarmente alla preparazione degli Orientamenti Pastorali decennali della Chiesa italiana, di fatto seguendo le indicazioni date dal papa Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica Novo Millennio Ineunte.