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Spread, mutui a tasso variabile e fisso: c'è rischio aumento

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Il continui rialzo dello spread preoccupa gli italiani che hanno contratto un mutuo. Il rischio aumento non è matematico, ma esiste.

Anche oggi, venerdì 19 ottobre 2019, lo spread schizza verso l’alto. Nelle prime ore della giornata ha già toccato i 331 punti contro i 327 della chiusura di ieri, quando aveva raggiunto i massimi degli ultimi 5 anni. Non è tanto la differenza di rendimento tra Btp e Bund tedeschi ma le tensioni nei mercati ad incidere sui mutui, sia a tasso fisso che a tasso variabile anche se per ragioni completamente diverse.

Spread e mutui: quale stipulare

Per chi ha già contratto un mutuo a tasso fisso, può continuare a dormire sonni tranquilli perché la rata non subirà variazioni. Discorso diverso se si è stipulato un mutuo a tasso variabile, poiché le rate di questo potrebbero (ma non è detto) essere soggette ad aumenti. I mutui a tasso variabile dipendono infatti dalle oscillazioni dell’Euribor, ovvero il tasso di riferimento che indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee.

L’Euribor viene calcolato giornalmente, ma finora non sembra aver risentito dell’aumento dello spread italiano. Si guarda invece con maggior attenzione alle decisioni che verranno adottate nel prossimo futuro dalla Banca centrale europea. La BCE infatti potrebbe aumentare i tassi alle banche che depositano, presso l’istituto di Francoforte, liquidità in eccedenza.

Ciò andrebbe ad incidere sul mutuo a tasso variabile, e la rata da pagare diverrebbe più salata. Infine, se le tensioni nei mercati proseguiranno ci potrebbero essere dei rialzi sul tasso Irs (l’Indice interbancario), che potrebbe quindi far divenire più costosi i mutui a tasso fisso ancora da stipulare.