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Unilever, maionese al posto del dado a Sanguinetto: dipendenti salvi

Unilever sanguinetto

Maionese Calvé invece che dado Knorr: evitati così 15 licenziamenti. I 61 lavoratori in esubero verranno assunti da aziende nel veronese.

I 76 dipendenti in esubero dello stabilimento di Sanguinetto potrebbero essere riassorbiti. Una parte dalla Unilever, che promette di avviare nel sito la produzione della maionese Calvé attualmente esternalizzata presso un terzista in Austria, ed i restati da alcune aziende del veronese.

L’accordo

Agli inizi di giugno 2019 la Unilever annunciava il licenziamento di 76 dipendenti dallo stabilimento di Sanguinetto, in provincia di Verona. L’azienda spiegava che le vendite del dado Knorr sono in calo e quindi aveva necessità di delocalizzare la produzione di questo tipo di prodotto in Portogallo.

“L’intervento – affermava la multinazionale – è necessario per garantire la sostenibilità futura dello stabilimento, consentire il prosieguo delle altre produzioni attualmente presenti e mettere il sito nelle condizioni di poter cogliere le eventuali opportunità future”.

Tra queste sembra esserci anche la maionese. Sindacati e azienda hanno stretto un accordo, che riuscirà a ridurre gli esuberi da 76 a 61. Al termine del tavolo organizzato in Regione il 2 luglio si sono riusciti infatti a salvare 15 posti di lavoro a fronte di un reinvestimento nel sito di Sanguinetto da parte di Unilever. Entro il 2020 la multinazionale adeguerà macchinari e competenze del personale, per un ammontare di 2,5 milioni di euro, per iniziare la produzione della maionese Carlvé in tubetti.

Solidarietà da aziende veronesi

Confermato invece lo spostamento del dado Knorr in Portogallo. Gli altri lavoratori però non rimarranno a casa. Sembra infatti che 7-8 aziende veronesi abbiano dato la loro disponibilità ad assumere i 61 che non verranno riassorbiti nell’impianto di Sanguinetto, con la promessa che Unilever si occuperà della loro formazione in vista dei nuovi impieghi. I sindacati raccomandano comunque prudenza, perché la procedura non è ancora conclusa.