> > Tassa sul contante, la proposta di Confindustria contro l'evasione

Tassa sul contante, la proposta di Confindustria contro l'evasione

tassa-contante-proposta-confindustria

In vista della prossima legge di bilancio, Confindustria ha lanciato la proposta di una tassa sul denaro contante per contrastare l'evasione fiscale.

Si prepara a far discutere la proposta di Confindustria di introdurre una tassa sul denaro contante in vista della prossima legge di bilancio. L’idea, sviluppata dal Centro Studi dell’organizzazione, sarebbe un incentivo ad utilizzare pagamenti in forma elettronica ed allo stesso tempo uno strumento di lotta all’evasione fiscale. Secondo i calcoli effettuati, una manovra del genere consentirebbe di risparmiare circa 3,4 miliardi di euro all’anno.

Tassa sul contante, la proposta di Confindustria

Nel presentare la proposta, il Centro Studi di Confindustria fa notare come nel nostro Paese l’utilizzo della moneta elettronica sia ancora scarsamente diffuso, ben al di sotto della media Ue. Confindustria riconosce tuttavia i progressi fatti nell’ultimo periodo su questo frangente: “Negli ultimi anni sono stati fatti molti passi avanti in Italia nella lotta all’evasione fiscale, che ha portato gradualmente all’emersione di gettito. Ne è un esempio il recente intervento sulla fatturazione elettronica. Malgrado ciò, la perdita di gettito fiscale e contributivo è stimato ancora sopra ai 100 miliardi di euro (fonte Mef), solo in parte attribuibile a grandi evasori”.

Secondo Confindustria, l’incentivare l’utilizzo di moneta elettronica porterebbe all‘emersione di un maggiore gettito fiscale: “L’utilizzo maggiore di metodi di pagamento digitale può far emergere gettito fiscale modificando le abitudini di spesa dei consumatori finali”.

Esenti i prelievi fino a 1.500 euro

La proposta elaborata da Confindustria andrebbe però ad agire su due frangenti opposti. Da una parte infatti verrebbe garantito un credito d’imposta a coloro che effettuano pagamenti tramite bonifici o carte di pagamento, mentre dall’altra si introdurrebbe una commissione in percentuale sui prelievi bancari oltre una determinata soglia mensile ipoteticamente fissata a 1.500. Così facendo allo stesso tempo si incentiverebbe l’uso della moneta elettronica disincentivando i pagamenti in contanti.

Confindustria ha poi calcolato che, applicando una commissione del 2% sui prelievi oltre i 1.500 euro si riuscirebbe a far emergere un gettito fiscale di 3,4 miliardi di euro all’anno: “Sostanzialmente in linea con quello necessario per coprire il mancato gettito dovuto allo sconto sulle transazioni elettroniche derivante dalla prima misura per il 2020”. Il successivo sconto sulla moneta elettronica inoltre: “Verrebbe compensato dall’emersione di attività finora non tassate a partire dal terzo anno, rendendo la misura positiva dal punto di vista degli effetti sulla finanza pubblica soprattutto nel quarto anno”.