> > L'economista di destra Javier Milei è il nuovo presidente dell'Argentina

L'economista di destra Javier Milei è il nuovo presidente dell'Argentina

null

L'ultraliberista Javier Milei è stato eletto presidente con quasi 12 punti di vantaggio dall'avversario Sergio Massa

Javier Milei ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali di domenica 19 novembre in Argentina. L’economista ha ottenuto circa il 56% dei voti, sconfiggendo il leader Sergio Massa, che ha superato di poco il 44%.

Javier Milei è il nuovo presidente dell’Argentina

Più di 35,8 milioni di argentini sono stati chiamati a eleggere un nuovo presidente, nel voto di ballottaggio. Le elezioni generali del 22 ottobre avevano visto il candidato peronista Sergio Massa ottenere il 36,78% dei voti e il leader de La Libertad Avanza Javier Milei, il 29,99%. La vicepresidente sarà la deputata di destra Victoria Villarruel. Entrambi entreranno in carica il 10 dicembre. Rispondendo alle domande dei giornalisti, davanti al suo seggio elettorale, Milei si era detto “calmo” e “soddisfatto“, nonostante la condotta, a suo dire scorretta, del rivale. “Siamo molto soddisfatti. Abbiamo fatto un ottimo lavoro nonostante la campagna di paura e la campagna sporca contro di noi” aveva dichiarato fuori dalla sede universitaria nel quartiere Almagro della capitale.

La reazione di Massa

Pochi minuti prima di conoscere i risultati ufficiali, l’ex ministro dell’Economia Sergio Massa ha ammesso la sconfitta. Il candidato del partito di governo ha riconosciuto la vittoria di Milei, con cui si è congratulato appellandolo come “presidente di tutti gli argentini“. In un post sui social, Massa ha anche ringraziato tutti i cittadini che sono andati a votare, assicurando di aver già contattato il nuovo premier per “mettere in moto i meccanismi di collegamento e transizione del cambio di governo“.

Il programma di governo

Contrariamente ai sondaggi, che prevedevano una situazione molto combattuta, la vittoria di Milei si è rivelata particolarmente ampia. Il piano del nuovo governo consiste in un programma di riforme in tre fasi, della durata di 35 anni. Il neo presidente ha confermato che lavorerà a un taglio significativo della spesa pubblica e ad una riforma per ridurre le tasse, con la flessibilizzazione della sfera lavorativa, commerciale e finanziaria. Nella seconda fase le misure comprenderanno una riforma per tagliare i fondi pensione, una riduzione del numero dei ministeri e una graduale diminuzione dei piani sociali. Infine, sono previste riforme dei sistemi sanitario, educativo e di sicurezza. Vorrebbe, inoltre, imporre il divieto di ingresso nel Paese a stranieri con precedenti penali.