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Edwige Fenech torna a recitare in una fiction su RaiUno

Edwige Fenech

Dopo tanti anni di assenza dalla Tv e dal Cinema, torna nel grande schermo la celebre attrice Edwige Fenech, sex symbol degli anni '80, che farà parte del cast di una nuova fiction che partirà l'8 ottobre su RaiUno e intitolata 'È arrivata la felicità' , una nuova serie per la regìa di Riccardo...

Dopo tanti anni di assenza dalla Tv e dal Cinema, torna nel grande schermo la celebre attrice Edwige Fenech, sex symbol degli anni ’80, che farà parte del cast di una nuova fiction che partirà l’8 ottobre su RaiUno e intitolata ‘È arrivata la felicità‘ , una nuova serie per la regìa di Riccardo Milani, scritta da Ivan Cotroneo, Stefano Bises e Monica Rametta.

La vicenda della fiction narra l’incontro di Angelica (Claudia Pandolfi) e Orlando (Claudio Santamaria) romani di diversa estrazione sociale e delle loro famiglie. La Fenech reciterà proprio il ruolo della mamma di Santamaria. In una intervista concessa al quotidiano ‘La Repubblica‘, la Fenech ha parlato del suo ruolo nella fiction ma anche della propria vita privata: “Mi ha convinto Milani, un amico, girò, La omicidi, serie che ho prodotto e a cui sono legatissima”.

Intervistata sul proprio ruolo di madre e donna nella fiction, la Fenech si è descritta come ‘donna all’avanguardia, femminista, ecologista, vegetariana, che combatte per i diritti degli omosessuali. Però quando succede qualcosa a casa sua non è così aperta. Ha un carattere fumantino. Ne fa le spese il marito, Massimo Wertmuller, uomo che lei ama moltissimo ma che costringe a seguire il suo stile di vita’.

Un personaggio comunque differente rispetto alla Fenech nella vita privata: ‘Anch’io ho un amore sviscerato per la famiglia e ho un figlio. È sposato e dico sempre che di figli ne ho due, perché considero sua moglie un’altra figlia. Sono nonna di una bambina di tre anni, è la mia felicità: Edwin fa il manager a New York, prima viveva in Cina. Corro da un aereo all’altro. Essere nonne è bello, le donne non devono avere paura dell’età’.

Edwige descrive la propria gioventù come caratterizzata da insicurezze e complessi: ‘tutta questa bellezza che mi attribuivano, io non la vedevo’.

‘Per me erano belle le altre – prosegue la Fenech nell’intervista a Repubblica – nessuno mi trovava interessante. Mi vedevo in modo diverso rispetto a come mi vedevano gli altri. Tante colleghe hanno fatto film impegnati, e la loro carriera è finita presto. Io, dopo aver dimostrato a me stessa e agli altri che sapevo fare questo mestiere, ho capito che ammiravo molto gli attori. E visto che avevo un certo gusto, mi piaceva trovare buoni soggetti, mi sono messa a fare il produttore: Commesse fu una scommessa. Quando la proposi in Rai mi dissero che le serie con le donne non funzionavano… Hanno continuato a offrirmi ruoli ma ormai facevo un altro lavoro, non m’interessava più’.