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Emergenza carceri e vista a Torino: critiche anche dalla maggioranza sul Piano Nordio

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Dopo la visita a Torino, il ministro Nordio ipotizza un piano che non piace anche alla maggioranza

Il “piano Nordio” per affrontare l’emergenza nelle carceri riparte dalla questione sovraffollamenti. Il ministro della Giustizia ha visitato alla Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” nel quartiere Vallette di Torino, dove due donne sono morte suicide. L’obiettivo del Guardasigilli è puntare su “pene alternative per reati minori”. Ma non mancano già le critiche delle forze di opposizione.

Nordio visita il carcere dopo i due suicidi

Non solo Torino. Un altro caso di suicidi nelle carceri si è registrato anche in Calabria. Gli ultimi casi di cronaca hanno riportato alla luce alcune questioni ataviche, come quella del sovraffollamento in spazi angusti che diventano sempre più terre di nessuno in quartieri ghetto, come le Vallette a Torino.

I due suicidi nel penitenziario “Lorusso e Cutugno” hanno costretto il ministro Carlo Nordio a una visita più simbolica, che ispettiva. “Non si tratta di un’ispezione, né di un intervento cruento, ma di assoluta vicinanza”, ha precisato il Guardasigilli da Torino.

I problemi però sono gli stessi di sempre; delicati e fanno il paio con la questione riforma della giustizia.

Emergenza carceri: il piano di Nordio

Le condizioni precarie di una delle donne che si è lasciata morire, rifiutando cibo e acqua, erano ben note da tempo. Sarà la procura a indagare nel dettaglio.

Senza entrare nei particolari delle singole vicende, Nordio riparte da questi ultimi casi per avviare un piano di riforme contro l’emergenza carceri. “Purtroppo – spiega il ministro – il suicidio in carcere è un fardello di dolore che affligge tutti i detenuti in molte parti del mondo ed è spesso imprevedibile. Non è vero che tocca a chi ha una prerogativa di ergastolo. Accade per ragioni imperscrutabili. Da pm ne ho trattati ahimè tanti e non esiste mistero più insondabile della mente umana quando uno cerca soluzioni così estreme”.

Per questo il Guardasigilli proporrà un piano che non è ancora scritto, ma è solo un elenco di proposte ideali, che consistono in “pene alternative per reati minori”, quindi “detenzione differenziata”.

Inoltre, “un 41 bis – osserva – non può essere equiparato a chi ha commesso un reato minore, è tossicodipendente e deve essere curato”.

“C’è una situazione intermedia – evidenzia Nordio – che può essere risolta con l’utilizzo di molte caserme dismesse e che hanno spazi meno afflittivi”.

Piano carceri Nordio: critiche da opposizione e anche maggioranza

Alcune pene alternative in realtà esistono già, e il problema sembra culturale, oltre che logistico. “Le pene alternative esistono già come i domiciliari e altre – ammette Nordio – ma non sono sufficienti a colmare i gap tra necessità di garantire sicurezza allo Stato e garantire trattamento rieducativo. Si può fare solo aumentando la disponibilità di edilizia carceraria e l’unica soluzione è il riadattamento delle caserme”.

L’ipotetico piano è stato criticato dalle opposizioni e dai sindacati degli agenti penitenziari. Persino Maurizio Gasparri, in maggioranza con Forza Italia, esprime dubbi: “Non basta parlarne soltanto a ridosso di Ferragosto, quando questi temi per le visite di rito tornano di attualità. Basta applicare le leggi che già ci sono. Non serve nessuna innovazione”.

I suicidi anche nella polizia penitenziaria

Non solo detenuti. La scia di suicidi nelle carceri ha raggiunto cifre allarmanti. Nel 2022 84 detenuti si sono tolti la vita, e avevano un’età media di 37,7 anni. Lo scorso anno è stato anche superato il record negativo di suicidi tra gli agenti della Polizia Penitenziaria, superando i 72 casi del 2009.