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Usa, nel Pacifico si sta sgretolando una fossa radioattiva

cupola

Una cupola di oltre 115 metri si sta sgretolando, rilasciando nell'oceano Pacifico materiale radioattivo.

Prima di raccontarvi quello che sta succedendo nell’Oceano Pacifico è necessario sapere che tra il 1946 e il 1962 l’esercito americano condusse 105 test nucleari atmosferici sul “Pacific Proving Grounds”. Ovvero dei test nucleari sulle Isole Marshall ed altri atolli del Pacifico.

Il tentativo di riparazione

Al fine di aggiustare gli enormi danni provocati dalle esplosioni nucleari, negli anni ’70 il Governo americano decise di asportare 111.000 metri cubi di terreno dagli atolli Bikini e Rongelap e li depositò sull’isola di Runit. Su quest’isola infatti, vi era un cratere largo circa 115 metri. Inutile sottolineare quanto questa mossa sia stata estremamente dispendiosa, basta pensare che il costo dell’operazione si aggira attorno ai 250 miliardi di dollari.

Quello che il Governo ottenne però è un’enorme cupola di circa 9.000 metri quadrati costituita da 358 giganteschi pannelli di cemento che hanno uno spessore di 45 centimetri.

La disfatta

Negli ultimi anni a causa del cambiamento climatico e il conseguente aumento del livello del mare, la cupola ha dato i primi segni di cedimento. Ed è cosi che alcuni elementi radioattivi stanno penetrando nella porosa roccia corallina dell’isola e finiscono nell’Oceano Pacifico.

Jack Ading, un rappresentante del governo di Marshall ha commentato così il disastro: “La cupola è piena di contaminanti radioattivi, tra i quali il plutonio-239, una delle sostanze più tossiche che l’uomo conosca. La bara sta riversando il suo veleno nell’ambiente circostante e a rendere la situazione ancora peggiore è il fatto che ci viene detto di non preoccuparci di questa perdita perché il problema non è così grave”.