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Coronavirus, la storia di Gabriele: italiano rimasto bloccato in Cina

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Gabriele De Fazio è un ragazzo romano rimasto bloccato in Cina nel pieno dell'epidemia di coronavirus, senza lavoro ne soldi per tornare in Italia.

Malgrado lo scorso 3 febbraio siano stati rimpatriati i 56 italiani che erano rimasti a Wuhan, altri nostri connazionali continuano a rimanere in Cina alla mercé dell’epidemia di coronavirus che sta investendo il paese asiatico. Tra questi c’è il 24enne romano Gabriele De Fazio, bloccato in casa assieme alla sua fidanzata nelle provincia dello Yunnan senza lavoro e senza abbastanza soldi per poter ritornare in Italia. Gabriele ha raccontato di aver già provato a chiedere aiuto all’ambasciata di Pechino, ma per il momento senza successo.

Coronvirus: italiano bloccato in Cina

Nel parlare della sua esperienza ai giornalisti italiani, Gabriele ha spiegato di essersi ritrovato improvvisamente senza lavoro a seguito del panico dilagato per il coronavirus: “I rapporti con il mio datore di lavoro, già problematici, sono peggiorati con la diffusione del virus, mi deve dei soldi ma ad oggi è irreperibile e in Cina al momento, di lavoro non se ne trova”.

Il 24enne lavora infatti come ballerino presso la Kunming Philarmonic che però al momento ha sospeso le attività tempo indeterminato: “Non sto ballando, le sale sono chiuse, non ci sono spettacoli, quindi non guadagno. Le frontiere sono chiuse. Chi ci tutela? Mi sento solo e anche un po’ impaurito”.

Il possibile ritorno in Italia

Gabriele ha poi spiegato di non avere abbastanza soldi per permettersi un biglietto aereo per l’Italia e che se anche dovesse trovarlo non sarebbe mai un volo diretto per Roma: “Il costo dei biglietti per l’Italia ha raggiunto cifre esorbitanti. Ne ho trovati alcuni a 25mila yuan, circa 3mila euro. […] In ogni caso si tratta di un viaggio rischioso, che presenta tanti imprevisti, perché sono disponibili solo voli con molti scali: potrei essere fermato in qualsiasi città del mondo e messo in quarantena, non saprei dove e per quanto tempo mi tratterrebbero”.

Gabriele si dice inoltre preoccupato delle condizioni in cui versano numerose città cinesi, con i generi alimentari di prima necessità e le mascherine che iniziano a scarseggiare nei negozi e nelle farmacie: “Sono abbastanza lontano dall’epicentro dell’infezione, ma anche qui si respira un clima abbastanza pesante: hanno messo in quarantena alcuni palazzi, dove qualcuno si è sentito male”.

Le parole delle autorità italiane

Nel corso dell’intervista, il giovane ballerino romano ha inoltre parlato delle comunicazioni avute con i consolati e l’ambasciata italiana in Cina: “Stamattina mi ha chiamato il Consolato e mi ha detto che se non riesco a mettermi in contatto con il mio datore di lavoro proveranno a darmi una mano loro”.

Il 24enne è tornato in Cina il 24 gennaio scorso, ma nessuno lo aveva avvertito della situazione presente nel paese fino a quando non è atterrato: “Ho lanciato un appello al quale mi ha risposto l’Ambasciata con una email nella quale mi ha comunicato che i voli charter per il rimpatrio al momento sono previsti solo per gli italiani che vivono a Wuhan e provincia. Ora attendo novità, hanno detto che mi aiuteranno”.