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Coronavirus, si può guarire: in Cina tasso di guarigione oltre il 10%

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In Cina aumentano i casi guarigione dal Coronavirus, raggiungendo il 10,6% contro l'1,3% registrato lo scorso 27 gennaio.

Per l’Oms si tratta di una minaccia superiore a quella del terrorismo. Inoltre, fanno sapere: “Il vaccino potrebbe essere pronto in 18 mesi”, il totale dei contagiati è salito a 44.653 persone in tutto il mondo. Dalla Cina i casi si sono estesi anche al di fuori dei confini nazionali. Il vicino Giappone, infatti, ha rafforzato le misure di protezione: cancellati i voli diretti con Shangai e altre città cinesi da 13 aeroporti regionali. Scendono quindi a 680 i voli settimanali che collegano il Giappone alla Cina. Prima dello scoppio dell’epidemia, invece, erano circa 1.400. L’Oms ha lanciato un allarme. È fondamentale sensibilizzare l’intera popolazione mondiale e prestare massima attenzione contro il coronavirus: ma esiste una cura? Il vaccino non è stato ancora realizzato, eppure sembrerebbe che in Cina, dove l’epidemia ha il suo focolaio, aumenta il numero delle guarigioni.

Coronavirus, oltre il 10% delle guarigioni

L’Oms mette in guardia: il “tempismo è essenziale” poiché ora ci sono una “finestra di opportunità” e una “possibilità realistica” per fermare l’epidemia. A Ginevra sono arrivati 400 scienziati da tutto il mondo per analizzare i problemi legati al virus che continua a mietere vittime. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, ha parlato chiaramente. A sua detta, infatti, si tratta di “un virus può creare più sconvolgimenti politici economici e sociali di qualsiasi attacco terroristico. Il mondo si deve svegliare e considerare questo virus come il nemico numero uno”.

Eppure, stando a quanto reso noto da Mi Feng, un alto funzionario della Commissione sanitaria nazionale cinese, gli ultimi dati raccolti dimostrerebbero l’aumento di guarigioni, superando il 10%. Durante una conferenza stampa a Pechino, il funzionario cinese ha fatto sapere che martedì 11 febbraio il numero delle persone guarite dal virus ha toccato il 10,6%, contro l’1,3% dello scorso 27 gennaio.

Secondo Mi Feng, inoltre, si stanno rivelando utili anche le altre misure adottate per contrastare la diffusione del virus, come la quarantena di intere città e provincie. Dai dati riportati dal funzionario cinese, sembrerebbe che il problema si stia leggermente abbassando nelle zone al di fuori della provincia di Hubei, epicentro dell’epidemia. Nella ragione da cui si è diramato il contagio, invece, i casi continuano ad aumentare. Seocondo la Commissione sanitaria cinese il numero di nuovi casi della malattia è calato, passando dal 3.887, del 4 febbraio, ai 2.015 di martedì registrati martedì 11 febbraio.