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Coronavirus Cina: solo un nuovo caso, ma ancora 11 decessi per Covid-19

Coronavirus Cina

Si placa l'emergenza Coronavirus nel Paese in cui è esplosa l'epidemia: in Cina nelle ultime 24 ore si registra solo un nuovo caso.

Nel mondo è emergenza Coronavirus: il primo focolaio è stato registrato in Cina, dove adesso i casi si sono praticamente azzerati. Preoccupa la situazione in Italia e la rapida diffusione del virus nel mondo: è pandemia.

Coronavirus in Cina, un nuovo caso

Un solo nuovo caso di Covid-19 in Cina. Le infezioni “importate”, invece, sono 12. Si tratta di cittadini provenienti da altri paesi. I nuovi decessi causati dal Coronavirus sono 11. A renderlo noto è la Commissione Sanitaria nazionale cinese. Anche nei giorni precedenti si era registrato un numero più alto di casi di Coronavirus in pazienti provenienti dall’estero rispetto ai contagi avvenuti in Cina.

Nel Paese in cui è scoppiata l’epidemia è stato dimesso anche l’ultimo paziente. La gente ha voglia di ripartire, i più o meno giovani tornano a sposarsi. In totale, i morti sono stati 3.237 e i casi positivi 80.894. I guariti sono 68.679. La Cina rinasce, ma è il resto del mondo che preoccupa con oltre 87mila contagi. Inoltre, i morti al di fuori dei confini cinesi, sono già 7000.

L’emergenza sanitaria nel mondo

Resta alta la paura in Corea del Sud, dove aumenta il numero dei contagi nella capitale e nella provincia di Gyeonggi, superando quelli registrati a Daegu, la città del focolaio originario che ha avuto l’80% degli 8320 casi individuati finora. Le vittime solo 81. In India, invece, i morti sono 3. Primo caso a Mumbai. Per contenere la diffusione del virus, le autorità indiane hanno preso provvedimenti tempestivi. Chiusi tutti i monumenti, tra cui il Taj Mahal, e diversi luoghi pubblici come teatri, centri commerciali, piscine e palestre. Nel vicino Pakistan i contagi salgono a 184. La maggior parte si è registrato nella città di frontiera di Taftan, dove centinaia di pakistani rientrati dall’Iran sono stati posti in quarantena. Le autorità sanitarie prevedono un netto aumento delle persone positive al Coronavirus, in quanti sono in molti in attesa di conoscere l’esito del test. Per contenere la diffusione, il Pakistan ha chiuso le sue frontiere con Iran e Afghanistan e vietato gli assembramenti. Evitare i luoghi affollati presta un consiglio primario. I voli internazionali, inoltre, sono stati limitati a 3 aeroporti.

Per la prima volta i contagi e i morti nel mondo hanno superato quelli in Cina. “Questa è una crisi sanitaria che segna la nostra epoca”: così l’Oms ha parlato del Coronavirus, avvertendo che saranno necessari diversi mesi per combattere il virus, una “malattia grave, che uccide anche giovani e bambini”.

Grave situazione in Europa: a partire dall’Italia, infatti, è nel Vecchio Continente che si registra una crescita sostenuta di contagi. Sempre più Stati membri dell’Ue hanno già rinunciato alla libera circolazione interna sancita da Schengen. Così dopo Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia, Lituania e Germania, anche la Spagna ha chiuso i confini. Il Paese, infatti, è secondo all’Italia per numero di contagi e di vittime. Oltre 9000 le persone positive. Tra loro, il governatore catalano Quim Torra e la moglie del premier Sanchez. I morti sono più di 300.

Misure analoghe in Svizzera e in Francia centomila agenti, tra poliziotti e gendarmi, si posizioneranno in diversi posti di blocco fissi e mobili nel rispetto delle misure contenitive annunciate dal presidente Emmanuel Macron. Quest’ultimo ha dichiarato: “Siamo in guerra”. Eppure, solo una settimana prima, manifestazioni, luoghi pubblici, locali e vie della Capitale erano affollatissimi.

In Germania gli esperti confermano che i casi “crescono piuttosto velocemente”. Intanto parlamento e Laender hanno varato “misure straordinarie ma necessarie”. L’obiettivo, ha fatto sapere la cancelliera Merkel, è quello di ridurre i contatti sociali. La ricca Baviera ha dichiarato lo stato di calamità: i suoi confini sono off limits.

In Gran Bretagna, a causa dell’elevato numero di contagi, Boris Johnson fa dietrofront e abbandona la linea dell’attendismo. Il premier ha raccomandato lo stop di tutti i viaggi non necessari, invita ad adottare la modalità smart working ed evitare i contatti sociali, incluse le frequenti bevute al pub.