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Coronavirus, peggioramento in Brasile: oltre 1000 morti in un giorno

Coronavirus, oltre 1000 morti in un giorno in Brasile

Oltre mille decessi legati al coronavirus in un giorno. Il Brasile è il secondo Stato più colpito dall'epidemia, dopo gli Stati Uniti.

Nella giornata di mercoledì 27 maggio, i decessi legati al coronavirus in Brasile sono oltre mille in 24 ore, che portano il numero totale dei morti a 25 mila dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Il paese latino americano adesso è il secondo paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, per casi confermati di coronavirus.

Brasile, mille morti di coronavirus in 24 ore

Il Ministero della Sanità del Brasile ha comunicato che nelle ultime 24 ore ci sono stati 1.086 decessi, per un totale di 25.598 dall’inizio della pandemia. Rispetto a ieri, inoltre, si contano 20.599 nuovi contagi che portano a 411.821 il numero complessivo. La situazione già delicata del Brasile continua ad aggravarsi e adesso è il secondo paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, per casi confermati di coronavirus.

Per gestire l’alto numero di morti, la città di Manaus ha deciso di radere al suolo una parte della foresta pluviale, per scavare nella sua terra argillosa, centinaia di fosse comuni. Le fosse comuni hanno alimentato la rabbia nei cittadini.

Coronavirus, tra disinformazione e negazionismo

I due fattori che hanno portato al peggioramento precipitoso della situazione in Brasile sono disinformazione e negazionismo. Il primo veicolo di disinformazione è il presidente stesso. Jair Bolsonaro, fin dall’inizio della pandemia, ha diffuso informazioni inesatte o false, portando i cittadini a comportamenti scorretti e dannosi. Per esempio, il presidente ha sostenuto l’efficacia della idrossiclorochina, lo stesso farmaco usato da Trump. Pur non avendo nessuna evidenza scientifica della sua efficacia, ha ordinato di aumentare la produzione del farmaco antimalarico, mettendo a repentaglio la vita delle persone. I medici hanno ravvisato scompensi cardiaci nei pazienti che facevano un uso improprio di questo farmaco.

Bolsonaro, inoltre, non ha previsto protocolli con misure di sicurezza stringenti, alimentando nella popolazione la credenza che il virus in realtà non esiste. Il basso numero di tamponi rafforza questa credenza e spinge i parenti delle vittime a rifiutare l’idea che il virus esista e che sia davvero letale. Solo al 5% dei deceduti è stato fatto un test diagnostico. Di conseguenza, i cittadini stessi, sottostimando il problema, non adottano le misure di sicurezza per contenere il contagio e salvaguardare la salute proprie e altrui, collaborando quindi alla diffusione del virus.